Dopo aver conosciuto Normal, oggi vi presentiamo Carlotta Ciampa, cantautrice eclettica e pianista, oggi in rotazione radiofonica con il nuovo singolo “Anna Maria”.
Carlotta Ciampa, cantautrice e pianista, inizia a suonare il pianoforte a 5 anni e in adolescenza si iscrive al Conservatorio Santa Cecilia, dove studia tutt’ora. Nel 2012 suona all’Auditorium Parco della Musica di Roma nella Sala Santa Cecilia al Lang LangFest insieme ad altri 100 professionisti italiani, scelti per suonare con il celebre pianista cinese in un’orchestra di pianoforti. Suona inoltre al Festival di Halle in Germania all’Euromusic e a Londa al BIMF Festival, in collaborazione con la Royal Academy of Music. In quest’occasione ha modo di conoscere e lavorare insieme a Ian Brown, docente della Royal. Anche in Italia suona in giro per le regioni con diverse associazioni di musica classica, tra cui Umbria Classica, Napoli Nova, Mezzogiorno Musicale.
Carlotta coltiva da sempre il suo amore per il canto e a 18 anni si avvicina, per una breve parentesi della sua carriera, alla musica lirica. Qualche anno dopo, nel 2019, comincia il suo percorso da cantautrice che porta avanti con determinazione. Il 26 Ottobre 2020 esce il suo primo singolo, “Ogni singolo giorno di noi”. Il relativo videoclip viene pubblicato il 3 Novembre 2020 per la regia di Daniele Barbero. Il 1 Dicembre 2020 esce “Lo strabismo della signora Venere” e il 3 Dicembre il suo videoclip, sempre per la regia di Barbero. Carlotta lavora al suo album che raccoglierà i due singoli già usciti e “Annamaria”, fuori dal 29 Gennaio 2021.
Ciao Carlotta, partiamo dalla tua storia recente. Cosa è successo nel tempo intercorso tra la pubblicazione di “Lo Strabismo della signora Venere” e “Anna Maria“?
«Sto lavorando alla produzione dell’intero album. Quindi alla parte degli arrangiamenti di brani che avevo scritto nel corso degli scorsi mesi, ma ho anche scritto di recente due brani, che faranno parte dell’album.»
Parlaci un po’ di “Anna Maria”, il tuo nuovo singolo uscito qualche giorno fa.
«Anna Maria è il brano a cui sono più legata emotivamente, tra tutti. È un brano che tratta un altro tipo di amore, quello che rimarrà sempre al di là della vita e del tempo. Mia zia è stata una figura fondamentale nella mia vita e farà sempre parte di me.»
Difficile trattare esperienze personali?
«È sicuramente diverso, ma penso che ogni cantautore riporti nelle proprie canzoni esperienze personali. Certo, questa volta è un po’ diverso, perché parlo di una persona speciale che purtroppo è volata in cielo troppo presto, ma il musicista deve raccontare ed emozionare, e io spero che Anna Maria vi emozioni almeno un pochino di quanto emozioni me.»
Nella prima parte spicca un groove intenso e minimalista, per lasciare spazio ad un nuovo scenario sonoro capace di trascinare l’ascoltatore in un’atmosfera intima e onirica. Come mai la scelta di alternare due sound così distanti?
«Questo stacco è stato voluto proprio per enfatizzare il carattere emotivo del brano. In modo tale da rimanere sospesi nella prima parte, con l’intento di conferire più drammaticità, e sfogare questo sentimento, nella seconda parte.»
Se per descriverti a una persona che non ti conosce ancora, dovessi utilizzare un tuo brano, quale sceglieresti e perché?
«Credo che il brano che più mi rappresenti sia uno dei prossimi che pubblicherò, ma se dovessi scegliere tra questi tre, forse proprio Anna Maria. Perché dentro ci sta tutta la mia fragilità e, quindi, la mia parte più vera.»
A soli 27 anni, sappiamo che hai già all’attivo un’intensissima attività live all’estero. Puoi raccontarci di più su queste esperienze?
«Ho suonato più volte all’Euromusic festival ad Halle, in Germania, e al BIMF a Londra, collaborando con Ian Brown e la Royal Academy of Music.
Sono state esperienza fantastiche dal punto di vista sia musicale che umano. Ho avuto modo di conoscere bravissimi musicisti e persone provenienti da tutto il mondo, imparando l’importanza del rispetto delle diverse culture e tradizioni. Però il cibo italiano rimane sempre il migliore tra tutti!»
Come pensi sia mutata la scena musicale in Italia da quando hai iniziato a suonare?
«Dipende molto dal genere musicale di cui parliamo. Nell’ambito classico è rimasta la stessa, fatta eccezione che negli ultimi due anni, ho potuto notare un incremento di pubblico giovanile a vedere l’Opera lirica, e quindi nei teatri. In ambito ‘leggero’ anche se non mi piace sintetizzarlo così, c’è stata sicuramente un ascesa notevole del genere indie e di molti cantanti giovanissimi.»
Come sta andando la lavorazione del tuo primo album?
«Molto bene e sono super emozionata nel produrlo. È il mio primo album, e non vedo l’ora di completarlo, portarlo in giro con la mia band e viverlo davvero!»
Quanto è importante, in questo periodo di singoli, la pubblicazione di un album?
«L’era della pubblicazione di un intero album credo, ormai, sia passata. Al giorno d’oggi si ha molta meno pazienza, specie nell’ascolto di un intero album, persino se parliamo di artisti molto noti. Quindi la soluzione più saggia è quella della pubblicazione di un singolo alla volta, per dar modo al pubblico di prenderlo per mano e condurlo all’interno del proprio mondo musicale.»
Quali sono i prossimi obiettivi che vorresti raggiungere?
«Suonare molto in giro con la mia band per poter vivere davvero questo mio primo album, Covid permettendo ovviamente.»
La musica può ancora avere il potere di cambiare qualcosa?
«Sempre! La musica smuove emozioni, quindi in un modo o nell’altro ti cambia.»
Rosaria Vecchio, creatrice di Pillole di Musica Pop, un piccolo spazio per gli amanti del pop, dove poter parlare di musica a 360°, senza particolari limiti o censure.
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