Artisti Emergenti

Intervista esclusiva a Paola Pinna per il nuovo singolo “Solito ballo”
Intervista Paola Pinna

Intervista esclusiva a Paola Pinna per il nuovo singolo “Solito ballo”

Dopo aver conosciuto Nick Eyes (cliccate qui per rileggere l’intervista), oggi vi presentiamo Paola Pinna, in rotazione radiofonica con il nuovo singolo “Solito ballo”. Conoscetela meglio nella nostra intervista!

 

Classe ’99, Paola Pinna è una cantautrice emergente, che mischia sonorità pop moderne con quelle indie. Sin da bambina è stata attirata dalla musica: ha iniziato a suonare il pianoforte alla scuola pubblica e, successivamente, si è iscritta al Conservatorio di Musica di Trieste. Nel 2021 si avvicina al mondo del canto e compone il suo primo inedito, prodotto da Francesco Blasig, già sound engineer per artisti come Elisa, Alessandra Amoroso, Federica Carta e con collaborazioni attive con UMI, ECM e altre indipendenti da tutto il mondo.

 

Nel 2022 ha collaborato con Rok Dolenc, giovane producer e tastierista sloveno con cui sono usciti due brani di cui “Attimi“, primo singolo in italiano, distribuito dalla nota etichetta toscana Smilax Records, già casa discografica di Robert Miles. Con “Nuvole“, uscito nell’estate 2022, stringe una nuova collaborazione con i giovani e poliedrici producer friulani, Giovanni Scuor e Leonardo Duriavig, con i quali lavora a stretto contatto per la creazione costante di nuovi contenuti musicali dalla veste moderna edaccattivante.

 

Dal 2023 collabora inoltre con l’etichetta udinese SimulArte per la produzione e distribuzione dei propri brani nuovi. Durante l’estate ha preso parte ad un piccolo tour di live iniziato con la partecipazione al “BeHeart Festival“, passando per un live in radio RAI e concludendosi con un live acustico promosso dal circuito di Sofar. Inoltre ha partecipato a vari concorsi come “NoKep TV Generation – Sky Italia“, è finalista a “Percoto Canta” e “Arezzo Wave”. Ha inoltre preso parte ad uno showcase all’interno della Milano Music Week.

Ciao Paola, presentati ai nostri lettori.

«Ciao, mi chiamo Paola, ho 25 anni e sono una cantante ed artista emergente di Trieste. Mi sono avvicinata alla musica già da bambina, scoprendo il pianoforte proprio perché lo avevo in casa. Alle elementari, mia madre decise di iscrivermi ad un corso collettivo di tastiera, “I Piccoli Musici di Trieste”, che univa il gioco all’insegnamento della musica. Successivamente frequentai la sezione musicale della scuola media “Stuparich”, per poi venir ammessa al Conservatorio di musica “G.Tartini” di Trieste. Al canto mi ci approcciai con la pandemia: è stato il momento in cui tutto si è di colpo arrestato ed ebbi così il tempo per mettermi in discussione, per ascoltarmi e per seguire ciò che provavo. Diedi sfogo alla mia parte più artistica, creando qualcosa di mio, nonostante non mi sentissi all’altezza: nacque così il mio primo brano in inglese, “Cross the line”, il cui significato è proprio quello di oltrepassare la linea, uscire dalla propria comfort zone per darsi una possibilità. Tutto ciò è stato reso possibile grazie ad una persona che, per casualità, sentendo il brano, credette sin da subito in me, vedendo delle potenzialità che ancora non notavo: è iniziato così questo mio viaggio nella scrittura di canzoni.»

 

Il tuo legame con la musica è sempre stato forte fin dai primi anni della tua giovane vita. Hai iniziato a studiare pianoforte nella scuola pubblica, per poi iscriverti al conservatorio e avvicinarti al canto nel 2021. Chi è stato il primo a credere nelle tue potenzialità? 

«Come già accennavo prima è nato tutto per caso: raccontai ad un mio amico che, finalmente, ero riuscita a scrivere una canzone, cosa che volevo fare da tempo, ma non mi ci ero mai messa sotto, e lui curioso mi chiese di sentirla. Credo di averlo fatto attendere quasi un mese perché mi vergognavo ad aprirmi ed espormi, facendo sentire la mia voce a qualcuno. Dopo che insistette, alla fine cedetti. La sua reazione fu totalmente inaspettata, tanto che mi propose subito di lavorarla meglio e poi di inciderla e pubblicarla. Era una cosa a cui non avevo mai pensato, in quanto non l’avevo presa completamente sul serio, lo stavo facendo più per me in realtà, però il suo entusiasmo mi contagiò e l’idea di provare a fare qualcosa di questo tipo mi allettava. Adesso lui fa parte del mio progetto e lo segue a livello manageriale. Quindi sì, posso dirlo, senza Diego Muratore forse la mia musica sarebbe ancora chiusa nella mia cameretta.»

 

Il tuo percorso artistico, seppur fresco e giovane, è già segnato da tante collaborazioni importanti: lungo il tuo cammino musicale, infatti, hai già incontrato Francesco Blasig (sound engineer di Elisa, Alessandra Amoroso, Federica Carta, ecc.), Rok Dolenc (producer e tastierista sloveno), Giovanni Scuor e Leonardo Duriavig (producer friulani), per poi arrivare alla formazione attuale, composta da una decina di collaboratori. Ti ritieni più soddisfatta o fortunata? 

«Bella domanda…in questo caso ti risponderei entrambe. Le persone con cui ho collaborato e collaboro sono tutte professioniste, di livello e ognuna di loro mi ha trasmesso qualcosa, essendo un po’ la “piccola” del gruppo. È molto stimolante lavorare con tutti loro, sia per ciò che concerne la parte più creativa, che quella promozionale del singolo. A me piace circondarmi di persone migliori di me per poter imparare a mia volta e sentirmi stimolata a fare meglio e di più. Ovviamente, per essere a questo punto del mio percorso, ho fatto anche tanti sacrifici, seguito corsi, lezioni, ho lavorato e sto lavorando tutt’ora per migliorarmi, alcuni risultati li vedo già e sono molto contenta di ciò, ma so di essere molto esigente con me stessa, quindi voglio impegnarmi ed ottenere di più per essere veramente soddisfatta. Poi un pizzico di fortuna ci vuole sempre.»

 

Recentemente sei tornata in scena con “Solito ballo”, un brano energico dalle sonorità anni ’80, che parla di emancipazione, cambiamento e consapevolezza, temi attuali della generazione Z. Che riscontro sta avendo?

«È passata poco più di una settimana dall’uscita e devo dire che, al momento, i riscontri sono molto positivi: mi hanno detto che questo nuovo sound mi si addice di più, ha carattere, cosa su cui sto puntando, ma in primis mi ci vedo anch’io e sento di essere sulla buona strada.»

Il brano si colloca in un periodo di forte incertezza per i giovani, dove emozioni e sentimenti sono messi a dura prova. Un consiglio per uscire integri da queste criticità?

«Comunicare ed imparare a farlo correttamente. Troppo volte nascono fraintendimenti da parole dette male, ma soprattutto omesse. Noto che i giovani, me compresa, sono molto bravi a comunicare attraverso lo schermo di un telefono, ma sono pochi quelli che riescono ad aprirsi ed essere trasparenti mostrando le proprie emozioni dal vivo. Per questo un adolescente, secondo me, la vive male, perché sa cosa prova, ma non riesce a spiegare e a far capire ciò di cui ha bisogno, oppure, altre volte, lo dimostra in modo sbagliato.»

 

In futuro ti piacerebbe trattare altre tematiche delicate ed importanti come questa?

«Sì, mi piace interrogarmi sui tanti argomenti che animano la quotidianità delle persone, siano essi delicati che non, come il non sentirsi abbastanza, le fragilità, i traumi, le guerre, il tempo, il valore della bellezza. Vi posso svelare che il prossimo singolo parlerà degli effetti che le droghe hanno sulle persone, in particolare i giovani.»

 

Nella tua musica si alternano suoni pop a quelli indie. Quali sono i tuoi modelli di riferimento?

«In realtà cerco di creare un mio stile personale con dei suoni in cui mi ci ritrovo e che possano esprimere ciò che sento di voler trasmettere. Posso affermare quasi con certezza che, alcuni di questi, sono presi in prestito da produzioni di grosso calibro, parliamo di artiste come Annalisa per quanto riguarda il panorama italiano o, andando oltreoceano, Tate McRae, se vogliamo guardare a qualcosa di più internazionale.»

Intervista Paola Pinna
Sappiamo che sei molto attiva dal punto di vista live: partendo dalla tua cameretta, infatti, sei riuscita a portare la tua musica in giro per eventi e festival, indipendentemente dalla grandezza dei palchi. Possiamo dire che un concerto è la parte più vera/bella di un artista?  

«Beh, direi che è un momento molto intenso ed emozionante per l’artista, almeno per me lo è. In quell’istante, quando sali sul palco, ci si mette totalmente a nudo, svelando sia le proprie canzoni che se stessi. Oltre a ciò, credo che entrino in gioco tanti altri stimoli attorno, anche se ti direi che è nei live più piccoli e intimi, quelli acustici magari, in cui si percepisce la parte più vera dell’artista, forse perché si riescono a cogliere più sfumature del suo modo di essere o forse perché è un modo di comunicare più semplice e diretto, meno filtrato, che porta l’ascoltatore ad avvicinarsi di più alla parte embrionale del brano eseguito e cogliere le sfumature più profonde. Dall’altro lato, invece, va detto che l’artista, osservando i volti e gli occhi delle persone, riesce a comprendere da subito se il messaggio è stato recepito dall’ascoltatore o se non è arrivato proprio.»

 

A proposito di concerti, hai già in previsione un nuovo tour?

«Sì, ho in previsione alcuni live tra Giugno e Luglio: qualcosa nella mia città natale, Trieste, e nel Veneto, anche se principalmente mi sto concentrando sulle nuove produzioni che sto preparando e su nuovi contenuti social che intervalleranno le nuove uscite dei miei pezzi originali.»

 

Tre aggettivi da usare con chi non ti conosce ancora?

«Riflessiva, entusiasta, curiosa.»

Intervista Paola Pinna

Scritto da: Rosaria Vecchio

Rosaria Vecchio, creatrice di Pillole di Musica Pop, un piccolo spazio per gli amanti del pop, dove poter parlare di musica a 360°, senza particolari limiti o censure.

Scritto da: Rosaria Vecchio

Rosaria Vecchio, creatrice di Pillole di Musica Pop, un piccolo spazio per gli amanti del pop, dove poter parlare di musica a 360°, senza particolari limiti o censure.

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