Seconda giornata della Music Week. Questa volta ci dirigiamo verso il quartier generale dell’evento, ovvero Castello Sforzesco.
Nella Sala Viscontea si tiene il primo dibattito con al centro gli onori e gli oneri dei media tradizionali, il cui titolo è “Old but gold“.
Con gli interventi di Anna Maria Genzano (Responsabile affari internazionali, relazioni esterne e interne RTL 102.5, HIT RADIO SRL), Stefano Longhini (Direttore Affari Legali Rti S.p.a Mediaset Group), Rosario Donato (Direttore Generale Confindustria Radio Televisioni) e Andrea Micchichè (Presidente Nuovo Imaie). Modera Davide Poliani (Giornalista Rockol).
Si riflette sul ruolo delle televisioni e delle radio nel 2024. La loro trasformazione ha portato ad una maggiore attenzione ai rendiconti, così come un focus sulle licenze per l’equo compenso delle collecting. I media tradizionali si sono evoluti, fortificando sempre di più la loro struttura come azienda. Tuttavia ci sono anche degli effetti negativi della liberalizzazione, sfavorendo la trasparenza sui diritti di licenza e sulle percentuali da rendicontare. Il rischio è che, in questa confusione, a sguazzarci siano le piccole realtà, a discapito di ingenti spese delle grandi realtà radiofoniche e televisive.
L’obiettivo, quindi, è la creazione di una banca dati unica, in cui sia chiaro l’elenco fra gli aventi diritto e di conseguenza le collecting alle quali si riferiscono. Il soggetto terzo, Agcom, ha solo il potere di regolamentazione, ma senza una legislazione non ha alcun potere, anche se nel regolamento è espresso un orientamento positivo verso una banca dati unica.
L’utopia che perfezionerebbe il sistema delle licenze sarebbe la creazione di una tariffa a sportello unico decisa per ogni settore dalla collecting principale, da ripartire successivamente alle altre collecting con una banca dati da consultare per comprendere le percentuali e i soggetti delle remunerazioni.
Al momento, tuttavia, questo sistema, tipico dell’industria musicale francese, sembra molto lontano per i ragionamenti del nostro paese. L’obiettivo solido, ad oggi, si limita alla creazione di un agglomerato (la banca dati di cui si è parlato) per fornire trasparenza sui vari rendiconti.
Con qualche dubbio sulle prospettive e sul futuro di una maggiore trasparenza delle licenze, manteniamo il nostro posto fisso nella sala, per assistere ad un dibattito che vede protagonista Linus, chiamato “Da Woodstock a Marrageddon“. A moderare Esse Magazine.
Al centro della discussione c’è il mondo dei concerti, da Woodstock del 1969 al Marrageddon. I primi concerti nascono negli anni ’50, ma Woodstock presupponeva un’organizzazione scrupolosissima, vista la sua portata. Fatto vicino a New York, in una fattoria chiamata “Betel” (in ebraico casa di Dio), non ci si aspettava quella massa di persone. Tanto che, ad un certo punto, per sfamare il pubblico per 3 giorni, venne servito latte e avena, inventando così il Porridge. A tutto questo, ovviamente, si aggiunsero problemi di gestione, di sicurezza e di flusso.
Woodstock, tralasciando il suo spirito rivoluzionario, ha fatto scuola anche per il modo di attivare le misure di sicurezza, che da quel momento in poi vennero prese maggiormente sul serio.
Un contributo video ci porta a Freddie Mercury e al concerto evento a suon di “Ay Oh” che hanno trascinato il pubblico, facendo la storia del coinvolgimento ai live. Ed è qui che si trova la vera essenza dei concerti: la capacità di trovare link emotivi fra la star e il fandom. Connessioni che sono in grado di superare i confini territoriali, come dimostra la grande presenza americana durante la data italiana del tour mondiale di Taylor Swift.
Al contrario, eventi come Tomorrowland e Coachella stanno perdendo appeal, sia per gli elevati costi, ma anche per la mancanza di star mondiali, in grado di infiammare questi palchi. Il fascino delle rockstar, con la loro vita sregolata e misteriosa, sembra essere venuto meno a causa dell’enorme esposizione sui social, che ha portato un affievolimento del carisma percepito dal pubblico.
I tragici eventi del Covid hanno segnato uno stop forzato e brusco alla musica dal vivo. Ma, paradossalmente, da una mancanza si è raggiunta una pienezza. Perchè dopo un anno di limitazioni e di imposizioni, i concerti sono rinati, con un maggiore interesse da parte dei giovani e con numeri record per le vendite del 2023 e del 2024.
Si arriva, poi, all’ultima fermata di questo viaggio tra i concerti storici, il Marrageddon. A suo modo rivoluzionario, si è svolto un sabato pomeriggio, in concomitanza con una partita del Milan. Il duplice evento ha creato spiacevoli inconvenienti per il flusso del traffico. Segno di come spesso, a distanza di anni, nonostante le esperienze acquisite, si possa ricadere nella stessa superficialità.
La panoramica che ci lascia questo panel sul mondo dei concerti è molto variegata. Si sottolinea la grande potenza emotiva che un evento del genere può portare, con profonde connessioni fra l’artista e i fruitori, oltre a notare come molte di queste iniziative entrino nella storia grazie a video e diapositive che segnano un’era. Tuttavia l’intervento ci sprona a riflettere su quante ingenuità organizzative si possano commettere anche a distanza di tempo o come il mondo moderno, con la sua interattività, possa depotenziare dei momenti indimenticabili (a causa della sovraesposizione degli artisti passando per i video dei fans che distraggono dalla canzone).
Scaldati da un piatto caldo, facciamo retro-front nelle periferie milanesi, terminando la seconda giornata della nostra music-week. Pronti a tornare domani per il nostro ultimo giorno di reportage.
Davide ”Koda” Gazzola è un giovane appassionato di musica e aspirante speaker. È un membro del team di Pillole di Musica Pop, anche se per definizione non si sente un “esperto”, ma semplicemente un “ossessionato” del Pop.
Davide ”Koda” Gazzola è un giovane appassionato di musica e aspirante speaker. È un membro del team di Pillole di Musica Pop, anche se per definizione non si sente un “esperto”, ma semplicemente un “ossessionato” del Pop.
Davide ”Koda” Gazzola è un giovane appassionato di musica e aspirante speaker.
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