Prendiamo la macchina, passando dieci vite per trovare un parcheggio. Ma, alla fine, riusciamo a dare il via alla nostra terza ed ultima giornata dedicata alla Music Week. Per assistere a un panel chiamato “Costruire il concerto: i segreti dietro il palco“.
Con gli interventi di Alberto Muller (Production Manager Live Nation Italia), Mario Zappa (Production Manager Friends & Partners), Claudio Santucci (Stage And Show Designer Co-Founder Giò Forma). Modera Billboard Italia.
Si parte da una premessa, quando si parla di costruire un concerto ci si riferisce all’organizzazione di grandi eventi (palazzetti o stadi) perché i tour nelle piccole realtà (esclusa Milano) son sempre più complessi da realizzare nel nostro stivale.
Dal punto di vista tecnico, grazie agli ultimi 15 anni di sviluppo, l’Italia è diventata una delle eccellenze da far invidia anche all’America. La problematica principale è relativa al trovare il compromesso tra i desideri e il budget degli artisti. Anche le scenografie sono molto cambiate: la parte materica (legata ad oggetti di scena) si sta disperdendo sempre di più e si sta andando verso una più tecnologica con led e giochi di luci. Tutto ciò che interagisce col palco diventa show design: la posizione degli artisti, il mood delle canzoni, la scaletta musicale, gli effetti speciali, il colore delle luci, gli spostamenti del cantante, i ballerini, le coreografie e molto altro ancora. Una volta gli scenografi costruivano il palco per finire gran parte del mestiere, mentre ora è solo il punto di partenza. Il ruolo dello show designer non è più paragonabile a quello degli scenografi, ma è ormai un vero e proprio direttore artistico.
In conclusione si può dire che il concerto da evento sia diventato un’experience: la diversificazione dei biglietti, l’attenzione al design, le misure di sicurezza, le vie interattive che avvicinano sempre di più l’artista agli spettatori, le lunghezze e le altezze del palco tarate in base alla location e i led sono tutti espedienti volti a valorizzare al massimo tutte le potenzialità della musica dal vivo.
Con una serie di immagini meravigliose, prese da concerti di star del calibro di Tiziano Ferro, Vasco Rossi, I Maneskin, Cesare Cremonini, Jovanotti, termina il primo panel di giornata.
Dopo una passeggiata a Parco Sempione, tiriamo il tempo per poi approdare di nuovo a Dazio Ponente per il secondo panel di giornata sull’utilizzo della tecnologia ai concerti, dal nome “Live or like: il duello tra note e notifiche“.
Con la moderazione di Simone Palmieri (Speaker RTL 102.5 e Radio Zeta) e Accademia09, gli interventi vedono protagonisti Albe e Pierdavide Carone (artisti).
Si inizia con l’illustre esempio di Adele, che chiede basta all’utilizzo dei cellulari ai live. Si riflette sulla linea sottile tra richiesta e maleducazione, giungendo alla conclusione che la soluzione per un artista è, probabilmente, specificare il divieto d’utilizzo prima dell’inizio dello spettacolo, senza così risultare antipatico o sgarbato facendo ricadere i cattivi comportamenti sugli spettatori.
Il secondo contributo, invece, è di Ghali, che fa un video di “Niente panico” con il palazzetto completamente illuminato dalle luci del telefono, un’immagine suggestiva che sottolinea come l’utilizzo degli smartphone possa anche aggiungere valore ad un momento o ad una canzone del live.
Alfa in un’intervista si è sbilanciato dicendo che, una volta comprato il biglietto, lo spettatore può fare quello che vuole.
Un’iperbole della modernità è l’ideazione del palco Samsung verticale (fatto su 3 livelli con diverse piattaforme per dj, band e artista), ideato appositamente per far entrare nella videocamera del telefono tutti i membri attivi del concerto.
L’esagerazione dal lato opposto è la procedura estera “Yondr”, che consiste nel ritiro del telefono in una sacchetta, da riprendere solo a fine concerto.
La verità sembra stare nel mezzo e dipende dal contesto, oltre che dall’atmosfera dello spettacolo. Il cellulare inteso come alienazione dalla scaletta è da combattere, al contrario la torcia accesa per aggiungere emotività ad un momento già impattante può amplificarne la portata.
Con qualche senso di colpa per i video dei concerti presenti nella nostra galleria, proviamo il brivido di attraversare Parco Sempione di sera per poter raggiungere la Sala Viscontea del suggestivo Castello Sforzesco, dove ci attende la regina dell’estate 2024, ovvero Gaia per un’intervista dal nome “Il pop e lo spirito“. A moderare Nur Al Habash.
Gaia inizia dando la sua chiave di spiritualità, ovvero il rapporto che il proprio io interiore ha con l’ambiente circostante. Nell’ambito musicale, lo spirito le ha permesso di prendere scelte coraggiose, oltre ad ispirarle numerosi testi che sembrano arrivare da qualcosa di superiore. Questa sua fede le ha permesso di non sentirsi mai sola, nonostante il mondo discografico spesso porti molti artisti a confrontarsi con la solitudine. Il suo credo nasce dalle sue radici brasiliane: la sua famiglia ha sempre dato grande valore alla preghiera pur non legandosi mai a un dogma specifico. Le meditazioni e il ritiro in Amazzonia l’hanno svegliata caratterialmente, avvicinandola al pop-brasiliano, ma soprattutto le ha dato quella leggerezza per uscire dalla sua verticalità decisionale (che lei definisce precisione ossessiva) che per anni l’aveva caratterizzata. Ed è proprio in questa ritrovata libertà che nasce “Sesso e samba“, con la decisione negli ultimi anni di andare in contesti molto lontani dalla sua densità interiore, ma che le hanno permesso di sperimentare e di diventare più eclettica musicalmente, riuscendo ad alimentare il suo spirito pop-girl.
Uno degli spunti migliori dell’intervento riguarda la riflessione sulla missione del pop nel 2024, in cui Gaia vede una parola comun denominatore, ovvero “autenticità“. La coerenza del genere musicale non deve mai sovrastare il messaggio e viceversa, solo in questo equilibrio perfetto si riesce a non risultare costruiti.
E con un intervento profondo, a tratti filosofico, che non ci aspettavamo dall’interprete della hit dell’estate di quest’anno, termina la nostra esperienza alla Music Week. La settimana della musica prosegue, ovviamente, fino a domenica con tantissime novità, fra cui alcuni spoiler del prossimo Festival di Sanremo con Carlo Conti.
Vi auguriamo un fine settimana all’insegna di tante melodie, con la consapevolezza che il reportage della settimana musicale milanese è uno dei format a cui non diremo addio, ma soltanto un arrivederci.
Davide ”Koda” Gazzola è un giovane appassionato di musica e aspirante speaker. È un membro del team di Pillole di Musica Pop, anche se per definizione non si sente un “esperto”, ma semplicemente un “ossessionato” del Pop.
Davide ”Koda” Gazzola è un giovane appassionato di musica e aspirante speaker. È un membro del team di Pillole di Musica Pop, anche se per definizione non si sente un “esperto”, ma semplicemente un “ossessionato” del Pop.
Davide ”Koda” Gazzola è un giovane appassionato di musica e aspirante speaker.
* Iscrivendoti alla newsletter acconsenti al trattamento dei dati personali ai sensi del Regolamento Europeo n. 2016/679.
© 2024 Pillole di Musica Pop.
Designed by CriLab.Design