Nuovo pomeridiano di Amici con un’eliminazione a sorpresa, una maglia sospesa e una gara inediti che si unisce alla canonica gara cover:
Diego: canta nuovamente l’inedito, che di positivo ha una ritmicità teen-pop, molto stile Benji e Fede, e un timbro che avrebbe molto potenziale ancora inespresso. “Il cielo è viola”, tuttavia, manca di dinamiche che ci facciano percepire il passaggio dal ritornello alle strofe. Canta svuotato “La mia storia tra le dita”, non riuscendo a dare un decimo della sofferenza che ci mette Grignani nel dire addio. Si esibisce girovagando per lo studio, sconsolato e fuori dal brano, come se sapesse già l’esito della gara. 4
Mollenbeck: molto impreciso, nonostante gli ausili vocali. “Male” è un brano urban da streaming che è privo di qualsiasi spunto, che sia autoriale o melodico. Non emerge la sua personalità nemmeno in “Quanto forte ti pensavo”. I suoi continui tentativi di esprimere lo struggimento risultano molto stucchevoli e costruiti. L’ingresso nella scuola è fra i più immeritati dell’edizione. 3
Luk3: l’highlander Luk3 passa un’altra sfida, pur mostrando i soliti limiti. Poca grinta e personalità acerba, figlia dei suoi anni. A livello vocale, rispetto alla voce di Alex Britti, il rapporto è impietoso. Continuamente calante la sua interpretazione di un grande classico come “Oggi sono io”, è un’ altra esibizione che si disperde nel niente. 4-
SenzaCri: scelta molto rischiosa, considerando anche che il percorso ballad con lei stava funzionando. Sperimenta con un brano intoccabile come “Zombie“, non reggendo il confronto con Dolores O’Riordan. Nel rock alternativo tenta la strada dell’esagerazione, finendo con un ritornello molto urlato che, però, non fa venire i brividi. 5
Vybes: stesso flow e stessa tematica molto cittadina (sempre collegata a Roma). Per essere un rapper ha una pessima gestione della respirazione e notevoli problemi di dizione. Di positivo rimane, come sempre, il suo modo di fare storytelling. 4.5
Antonia: pulita, intonata e anche eclettica nel modo di interpretare i brani. Il palco, questa volta, se lo prende, muovendosi sul rhythm and blues di “Rescue me“. Interpreta bene la leggerezza-pesante di una donna, che chiede a un uomo di salvarla dalla solitudine. 8.5
Trigno: a confronto con un mostro del cantautorato come Ivan Graziani, la sua “Firenze (Canzone triste)” è meglio di quello che ci aspettavamo dal punto di vista tecnico. Avendo una timbrica molto graffiata, le difficoltà vocali si sentono ancora di più, ma in questo caso riesce a contenerle. La dedica alla città, tuttavia, riesce a metà, dato che per quanto ci abbia provato è sembrato lontano anni luce dagli intenti del brano originale. 5
Chiamamifaro: sembra essere sempre troppo preoccupata a risultare vocalmente credibile, piuttosto che darsi completamente al significato dei brani. E questo risulta particolarmente evidente su canzoni del livello di “La donna cannone”. Le tante sfumature, che vanno dalla tristezza alla sconsolazione, fino al desiderio d’evasione per poi arrivare alla speranza finale, vengono completamente annullate in un’esibizione priva di pathos. 5+
Nicolò: pane per il suo talento musicale, si valorizza su un brano dall’alto impatto emotivo come la soul-ballad di James Arthur “Impossible“. Nella seconda strofa dimostra di poter padroneggiare anche cambi di ritmo molto moderni, zittendo tutte le critiche che lo descrivono come antico. 8.5
Trigno: per la prima volta sentiamo al pomeridiano il suo inedito “A un passo da me”. Rispetto alle cover, risulta molto più credibile, soprattutto nel valore artistico delle sue parole. Trova spunti molto interessanti e personali per descrivere le difficoltà relazionali con un amore che è distante un passo, ma che è difficile da gestire per la tendenza del ragazzo a essere troppo fuori dal coro. 6.5
SenzaCri: il suo potenziale è completamente annullato in “Madrid”. Brano campione di streaming nella scuola, ma che dice poco di lei. Il pezzo la oscura stilisticamente in mezzo a tante proposte che sembrano copia-incolla del suo singolo. 5-
Antonia: spicca con un brano che ruba lessicalmente dal mondo fantasy per descrivere la perseveranza amorosa. La sua “Giganti” è un’ottima ballata a metà tra l’R&B e il pop. È un ottimo modo per iniziare a lucidare il suo talento cristallino. 7
Rudy Zerbi: continua a buttare via i ragazzi come fossero dei sacchi di spazzatura, proprio nel momento in cui avrebbero bisogno di un appoggio. La sua unica Bibbia sono i numeri, non avendo alcuna competenza artistica per vedere oltre ai dati. Sospende la maglia ad Ilan in un momento psicologicamente difficile per lui. È l’esempio di tutto ciò che non dovrebbe fare un insegnante. Affidare De Gregori a Chiamamifaro è stata una pessima idea, mentre il mondo sonoro R&B per Antonia e quello rap-commerciale per Vybes sembrano portare molti frutti. 2
Lorella Cuccarini: perde Diego senza averci praticamente lavorato. Sperimenta nell’alternative con SenzaCri e si limita a rispondere diplomaticamente ai suoi colleghi cercando di smorzare i toni. 6-
Anna Pettinelli: piuttosto silenziosa in questa puntata, dà tregua a Luk3 e si concentra sul valorizzare Trigno e Nicolò, riuscendoci col secondo, mentre col primo solo in parte. 5.5
Davide ”Koda” Gazzola è un giovane appassionato di musica e aspirante speaker. È un membro del team di Pillole di Musica Pop, anche se per definizione non si sente un “esperto”, ma semplicemente un “ossessionato” del Pop.
Davide ”Koda” Gazzola è un giovane appassionato di musica e aspirante speaker. È un membro del team di Pillole di Musica Pop, anche se per definizione non si sente un “esperto”, ma semplicemente un “ossessionato” del Pop.
Davide ”Koda” Gazzola è un giovane appassionato di musica e aspirante speaker.
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