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Seconda puntata del serale d’Amici. Con 3 manches, si giunge a una sfida finale per decretare l’eliminato della serata:
Nicolò: con un medley di Madonna, mette sul piatto la sua vocalità soul e la sua tecnica al pianoforte. Sembrava di ascoltare Sam Smith per la qualità e l’aulicità messa in campo. 9.5
Luk3: le sue barre abbassano notevolmente la ritmicità di “Baila Morena”, oltre ad essere troppo teatrali e didascaliche. Inoltre, trattandosi di un brano legato molto alla resa sul palco, Luk3 è nettamente indietro sulla capacità di gestire l’ampiezza. 4
SenzaCri: restano i soliti problemi legati al contenimento dello struggimento, a volte troppo marcato, soprattutto in un pezzo che, come questo, è più legato alla dolcezza. Ma su “Woman in love” dimostra di avere molta vocalità, confrontandosi con un mostro sacro come Barbra Streisand. 6
Trigno: scelta saggia quella di azzerare completamente il contenuto con “Prisencolinensinainciusol”, essendo un guanto di sfida sul carisma. Trigno è sfacciato e convinto, tanto da farti credere in ogni parola in inglese inventato che ha pronunciato. 6+
Luk3: tutti i problemi di metodo, di scelte e di personalità emergono in “Prisencolinensinainciusol”. Quando non ci sono le barre, gli appigli interpretativi e resta solo il movimento sul palco, si nota il carisma di un artista, e purtroppo quello di Luk3 è molto debole. 4-
Luk3: non può reggere la leggerezza cantautorale di “Volevo essere un duro”. Tutta l’autoironia e il sano insegnamento dell’accettazione dei propri limiti
lasciano spazio a un’interpretazione didascalica, in cui le strofe sono parlate e il ritornello, invece, è molto urlato. Una sorta di costruzione base di ogni cover di Luk3, come se si fosse voluto appoggiare a una struttura a lui cara per ovviare a carenze di comprensione di un pezzo solo all’apparenza semplice. 4
SenzaCri: in un brano molto serrato come “Cara Italia” emergono le sue difficoltà nella gestione della respirazione. Apprezzabile il fatto che sia uscita dalla comfort-zone interpretativa. Per una volta non ha enfatizzato troppo il dolore, come giustamente richiedeva il brano. Resta, tuttavia, un’esibizione molto accademica, molto più vicina a un’esecuzione che a una performance. In questo serale sembra faticare moltissimo, come se si stesse perdendo artisticamente. 6-
Trigno: anche lui pecca di teatralità, ma è molto carismatico nel modo d’esibirsi con “Cuore Matto”. A metà fra struggente e ruggente, riesce ad arrivare nel nucleo di un brano che parla degli effetti dell’amore sul nostro cuore. 6-
Antonia: è perfetta su “Killing me softly“. Finalmente mette in luce il suo immenso talento, capace di richiamare tanti generi d’origine americana. Tra l’R&B e il soul, è sempre molto sofisticata nella sua ricerca pop. 9.5
Nicolò: dimostra la sua enorme crescita da interprete, padroneggiando “Insieme” di Mina, controllando con la sua estensione un’intensa dedica d’amore. 9-
Chiamamifaro: purtroppo troppo delicata per un brano che, invece, è sporco e graffiante. L’esibizione al pianoforte non aiuta molto, considerando invece la strumentale originale di “Iris” dei Goo Goo Dolls. 5.5
Chiamamifaro: molto meglio nella sfacciataggine di “Nessuno mi può giudicare”. Sui brani di disimpegno risulta credibile, e questo di Caterina Caselli è perfetto per lei. 6.5
Trigno: sensuale, nonostante qualche problema con la pronuncia spagnola di “La Flaca“. Sul palco è sempre convincente, interagisce molto bene con Francesca Tocca facendoci percepire il desiderio passionale che li dovrebbe legare. 6.5
Jacopo Sol: riesce a mettere la firma su “Quanto forte ti pensavo” con il suo mondo rock-pop. Tuttavia risulta un po’ troppo timido in questo brano, chiudendosi molto a livello interpretativo, come se avesse ancora molto timore delle interazioni con il pubblico. 6.5
Antonia: sceglie la strada della delicatezza con il capolavoro di Francesco De Gregori “Sempre e per sempre”. Mette in luce il suo valore da interprete anche nel repertorio italiano, senza cadere in facili virtuosismi. 7
Nicolò: meno credibile su un pezzo urban come “La canzone nostra”. Sembra più un esercizio per dimostrare la bravura del ragazzo nei falsetti, ma sulla hit di Blanco non emerge a pieno il suo talento. 6.5
Trigno: sorprendentemente bravo su uno dei tanti capolavori di Rino Gaetano. Esprime a pieno l’ipocrisia della società nei confronti dei diversi in “Mio fratello è figlio unico”, riuscendo a non risultare stucchevole in un pezzo cantautorale, che richiedeva un modo d’interpretare molto marcato. 8
Nicolò: doveva chiudere la sua serata in grande stile, mostrando un’altra parte di lui, suonando la chitarra. Restituisce atmosfere da cantautorato brit-pop, con un chitarra e voce su “Wish you were here” dei Pink Floyd. 9
Chiamamifaro: ritorna ad interpretare indie. Spensierata, ma a suo modo dolce, non fa sicuramente l’esibizione della serata, ma nella sua semplicità la sua performance su “Non sei tu” è più che sufficiente per passare il turno. 5.5
Luk3: si esibisce con uno dei singoli più anonimi della storia d’Amici. La sua “Valentine” è un agglomerato di suoni ed espedienti già sentiti. Come se non bastasse, riscrive completamente le strofe e la struttura di “Ti amo”, portando il significato della creazione di Umberto Tozzi da sentimento universale a personale con una serie d’immagini e situazioni che ne depotenziano il valore romantico. 3
Rudy Zerbi: perde sfide importanti, rendendosi forse conto che le sue convinzioni su Nicolò siano dettate dalla sua poca conoscenza musicale. Con Jacopo Sol, Chiamamifaro e Antonia, rimane sempre con un’ottima scuderia ma al momento le sue scelte non li stanno valorizzando. 5
Lorella Cuccarini: sembra aver perso SenzaCri. Almeno per quanto riguarda la sua identità artistica, la ragazza sembra essere molto in difficoltà. Mentre Luk3 galleggia e si salva fra sfide perse e ballottaggi. 5.5
Anna Pettinelli: fa brillare Trigno su pezzi storici italiani e, fatta eccezione sull’urban, riesce a rendere credibile Nicolò su qualsiasi genere musicale. 6.5
Davide ”Koda” Gazzola è un giovane appassionato di musica e aspirante speaker. È un membro del team di Pillole di Musica Pop, anche se per definizione non si sente un “esperto”, ma semplicemente un “ossessionato” del Pop.
Davide ”Koda” Gazzola è un giovane appassionato di musica e aspirante speaker. È un membro del team di Pillole di Musica Pop, anche se per definizione non si sente un “esperto”, ma semplicemente un “ossessionato” del Pop.
Davide ”Koda” Gazzola è un giovane appassionato di musica e aspirante speaker.
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