Artisti Emergenti

Giuseppe Tropea, intervista esclusiva per il singolo “Torna a casa”

Giuseppe Tropea, intervista esclusiva per il singolo “Torna a casa”

Dopo aver conosciuto Tosca (cliccate qui per rileggere l’intervista), oggi vi presentiamo Giuseppe Tropea, giovane cantautore catanese, attualmente in rotazione radiofonica con il nuovo singolo “Torna a casa”.

 

Classe ’96, Giuseppe Tropea è un cantautore ed interprete emergente della provincia di Catania, che si lega alla musica fin da piccolo, dalle cassette in macchina di papà, ai talent che, nel tempo, lo hanno spronato ancora di più a farsi avanti. Il tutto si è concretizzato negli anni, pubblicando diversi video da autodidatta sui suoi canali social ed interpretando cover delle sue canzoni preferite. Qualche anno fa è stato invitato a tenere un mini live Disney a Piazza Duomo di Acireale per “Il più bel Carnevale di Sicilia”, in apertura del concerto di Giorgio Vanni. Subito dopo ha pubblicato il primo inedito dal titolo “La voglia di amare”, di cui è stato solo l’interprete. Successivamente ha iniziato a scrivere le sue canzoni, di cui la prima pubblicazione ha il titolo di “Arrangiatore di sogni”, brano autobiografico nato per presentarsi al grande pubblico come autore e raccontarsi a 360°. Nel corso del tempo è stato invitato ad esibirsi a diversi eventi solidali, memorial e varie manifestazioni. Il nuovo singolo appena sfornato si intitola “Torna a casa”, brano che ha cantato per la prima volta live in una vetrina per artisti emergenti presso il Palafiori di Casa Sanremo. Ma, adesso, conosciamolo meglio nella nostra intervista!

Ciao Giuseppe, presentati ai nostri lettori.

«Ciao a tutti! Io sono Giuseppe Tropea e sono un cantautore emergente siciliano.»

Come e quando ti sei avvicinato alla musica?

«La mia passione per la musica è nata quando, da piccolo, papà metteva in macchina le cassette dei suoi cantanti preferiti mentre uscivamo, soprattutto quando andavamo al mare. Le sue preferite erano “Believe” di Cher e “Drove all night” di Céline Dion. Poi tutta la musica dance anni 80/90. Crescendo ascoltavo un po’ di tutto, ma in casa lo stereo suonava sempre Laura Pausini, grazie a mia sorella. Mi sono, poi, in realtà avvicinato anche al canto, seguendo assiduamente i talent, che mi hanno dato un po’ la spinta a voler coronare il mio sogno: diventare un cantante. »

Quali sono, oggi, i tuoi modelli di riferimento?

«L’artista che mi ha accompagnato sin dalla tenera età è Alessandra Amoroso: oltre che apprezzarla come artista e persona, ho proprio un debole per lei. La seguo sin dagli albori. Poi apprezzo la musica in generale internazionale, ma soprattutto italiana. Dai Negramaro, Lucio Battisti, Marco Masini, Emma a Tommaso Paradiso, Tiziano Ferro. Mi lego più alle canzoni che ai singoli artisti.»

Intervista a Giuseppe Tropea
La musica ha sempre accompagnato la tua vita, ma nella prima fase del tuo percorso ti sei dedicato maggiormente al mondo delle cover. Come mai questa scelta? Avevi paura di mostrare il tuo mondo?

«Perché ero in una fase sperimentale. Adesso ho capito su cosa orientarmi, anche se ho sempre cercato di essere poliedrico. Oggi sono più sicuro, maturo e con tanti argomenti da poter esporre, quindi ho iniziato a sentire la necessità di dover esternare le mie emozioni attraverso la scrittura. Mi fa stare bene.»

 

Poi hai preso consapevolezza e hai deciso di metterci faccia e voce. Che rapporto hai, oggi, con il mondo autoriale?

«Diciamo che è sempre una sorpresa lavorare a qualcosa di nuovo. Inizialmente ero molto timido, piccolino, avevo paura del pregiudizio e, quindi, preferivo disegnare perché mi isolavo. Adesso la timidezza c’è, però sono più consapevole e riesco a gestirla meglio. Nella musica tutto un po’ si annulla, concedendoti a 360°. Ricollegandomi al discorso di prima, ho sempre avuto quel lato creativo che non riesco proprio a fermare, ma col tempo ho imparato a scoprire nuove cose e diversi modi di approcciarmi alla musica. »

 

Come ti comporti, generalmente, davanti ad una nuova canzone? Pensi prima al testo o alla melodia?

«Una cosa dipende dall’altra, nel senso che mi viene un motivetto a caso e subito devo scriverci su, appuntando il tutto. Ma deve essere qualcosa di autobiografico, sennò non riesco a realizzare nulla. Spesso le situazioni più malinconiche sono quelle che mi ispirano maggiormente nella scrittura, forse sono come uno sfogo. Non so, ma mi sento meglio.»

 

Sappiamo che un’altra tua grande passione è la grafica, che realizzi interamente tu. Da dove nasce questa forte propensione per l’arte? 

«L’ho sempre avuta, dalla scuola al tempo libero. Tra l’altro, molti anni fa, scelsi pure di frequentare il Liceo Artistico. A prescindere dalla scuola, ci ho dedicato un bel po’ di tempo per i fatti miei. Quando scrivo qualcosa o registro una cover, mi piace curare anche il lato artistico del tutto, mi diverte tantissimo.»

Intervista a Giuseppe Tropea
Recentemente hai pubblicato il singolo “Torna a casa”: ci spieghi il significato della canzone e l’impatto che sta avendo sul pubblico?

«La canzone parla di un amore idealizzato, dell’incontro tra la superficialità e l’emotività. Quando a volte delle parole importanti vengono usate come nulla fosse, senza la vera intenzione, diventano di plastica, usa e getta. Una figura contraddistinta da un’elevata sensibilità, che diventa un bellissimo gioco nelle mani di una figura narcisista. Il tutto si riduce ad un’illusione di un amore che non esiste e mai esisterà. Di tutta questa storia rimane solo un’anima che non smette di ricercare l’amore vero.»

Un amore ideale che deve fare i conti con una figura narcisista. Quant’è difficile, ai giorni nostri, gestire una relazione tossica? E come riuscire ad identificarla subito?

«È sempre un rimanere sorpresi delle varie sfaccettature che possiamo incontrare. È difficile, ma non impossibile, che sia amicizia o relazione in sé. Come si suol dire, bisogna farsi i calli, è complicato pure identificarla perché, come ho accennato prima, ci sono tante sfaccettature. Ormai la gente è capace di recitare a tal punto da fingere pure sentimenti, e tutto ciò è molto triste. L’importante è essere pronti a saperne uscire, ma soprattutto a non farsi troppo male.»

 

“Quando torni a casa mandami un messaggio, così posso dormire, darti la buonanotte…”. Una delle più belle manifestazioni di affetto. Credi ancora nel vero amore? 

«Ci credo e, nonostante sia ormai qualcosa di molto raro, non dobbiamo mai smettere di praticarlo. Indipendentemente e nonostante tutto.»

 

Singolo che ti ha fatto volare fino a Casa Sanremo. Com’è andata questa esperienza? E cosa ti porti nel bagaglio dei ricordi? 

«Solamente leggere la scritta in stazione “Sanremo” mi ha fatto provare un brivido lungo la schiena. Sicuramente è stata una bella esperienza ed essere lì a respirare l’atmosfera di una città molto importante per la musica, per me, è già stato tanto, una grande emozione. Ovviamente ci sono tante manifestazioni, eventi collaterali di più o meno importanza, ma si va sempre avanti e soprattutto a piccoli passi. L’importante è continuare a crederci. Mi porto sicuramente le emozioni dietro la mia “Torna a casa”, che ho fatto uscire sul web in quegli stessi giorni. È stata un’emozione e un ricordo che conserverò con cura.»

Intervista a Giuseppe Tropea
Sappiamo che, localmente, sei molto attivo e conosciuto. Negli ultimi anni, infatti, sei stato invitato ad eventi solidali, memorial e varie manifestazioni. Hai mai sentito il peso nel dover rivestire un ruolo così importante nel tuo territorio? O ti sei sempre sentito all’altezza?

«Sono sempre rimasto con i piedi per terra. In qualsiasi ospitata, che sia un memorial o eventi di beneficenza, ho sempre accolto con grande euforia queste possibilità, perché sono dei bei momenti per condividere il mio lato artistico. Ho sempre paura di sbagliare, mi viene l’ansia ogni volta, ma credo sia normale. Mi sento all’altezza perché mi sono sempre impegnato e mai nessuno mi ha regalato nulla. Sono me stesso e vado bene così.»

 

Secondo la tua esperienza, credi che la Sicilia (e il Sud Italia) sia penalizzata in termini di occasioni musicali?

«Assolutamente si, abbiamo tanti talenti che spesso sono destinati a rimanere nell’oblio, soprattutto perché economicamente la Sicilia non è il massimo e, in questo modo, anche per produrre un solo brano o prendere lezioni è complicato e ci vogliono tanti sacrifici. Altra nota triste sono i concerti: se parliamo di turismo, molti artisti non posso approdare nuovamente per i futuri tour a causa della mancanza di strutture al chiuso o, per lo meno, abbastanza grandi da ospitare determinati eventi, fandom, artisti. Acireale è sempre stato il centro dei grandi concerti, per adesso è in standby e spero non lo sia ancora per tanto.»

 

Si può parlare, quindi, di gap territoriale/musicale?

«Sicuramente, sì.»

 

Quanto ti senti cambiato da “Arrangiatore di sogni”, il tuo primo brano da autore?

«Credo sicuramente di essere migliorato un bel po’, dopo la prima poi penso sia automatico. Sicuramente ho più cose da raccontare, ma non riesco a scrivere a comando, l’ispirazione è sempre naturale ed improvvisa.»

 

Che consigli daresti ad un emergente che vorrebbe muovere i primi passi nel mondo autoriale?

«Di non aver paura di esternare emozioni, qualunque esse siano, di lasciarsi andare e buttare tutto ciò che si sente dentro. Bisogna provare e il resto poi, pian piano, verrà da sé.»

Intervista a Giuseppe Tropea

Scritto da: Rosaria Vecchio

Rosaria Vecchio, creatrice di Pillole di Musica Pop, un piccolo spazio per gli amanti del pop, dove poter parlare di musica a 360°, senza particolari limiti o censure.

Scritto da: Rosaria Vecchio

Rosaria Vecchio, creatrice di Pillole di Musica Pop, un piccolo spazio per gli amanti del pop, dove poter parlare di musica a 360°, senza particolari limiti o censure.

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