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“Hello world”, la recensione del nuovo album dei Pinguini Tattici Nucleari
Hello world recensione album Pinguini Tattici Nucleari

“Hello world”, la recensione del nuovo album dei Pinguini Tattici Nucleari

Il 6 Dicembre è uscito “Hello World” il nuovo album dei Pinguini Tattici Nucleari, che è stato anticipato da “Romantico ma muori” e “Islanda”.

 

L’album è molto coerente, dato che richiama lo stile indie e tante tematiche a loro care, come la fine di una relazione o le oscurità dei social. È un progetto complesso, con esperimenti molto riusciti e altri che ci lasciano completamente indifferenti. Consci che si tratti di un album di transizione, dalla band più importante d’Italia ci aspettiamo maggiore qualità:

 

Hello World: intro che dà il titolo all’album, spunti gospel a suon di “Hello World” celebrano il concept dell’album. La solitudine che porta alla collettività. Iniziare senza nessuno nel mondo della musica, ha portato al desiderio di condivisione e alla formazione della band. 8-

 

Per non sentire la fine del mondo: sperimentano in un uptempo dance, con il più classico inno alla musica. Sulla scia di “Hymn for the weekend“, l’invito è lo stesso, esorcizzare le ansie esistenziali in una danza liberatoria. 6

 

Islanda: il racconto delle piccole crisi umane che ha vissuto la band, diventa la genesi di una ballad indie per parlare di mancanza. Il singolo che ha anticipato l’album racchiude un sentimento di malinconia, progetti lasciati a metà e persone con cui si sognava di viaggiare per il mondo, che ormai sono lontane come l’Islanda. 6.5

Burnout: il lato oscuro della fama. La necessità di essere sempre social, la routine asfissiante, la troppa importanza data agli streaming e le pressioni della stampa. Oltre al dover risultare sempre perfetti con i fans anche quando si è in una giornata no. Una lucida e coraggiosa analisi del peso della popolarità che porta a continui burnout. 6+

 

Nevica: ritorno alle origini con una indie-ballad dai toni romantici in pieno stile “Ridere”. Il desiderio di tornare indietro e la necessità di andare avanti fanno da sfondo a una dedica malinconica in una giornata di neve. 6-

 

Your dog: intro in inglese, che diventa anche il ritornello. Le strofe sono minimali, lasciando spazio alla vocalità di Riccardo. In pieno stile indie, al centro c’è la quotidianità che tenta in tutti i modi di spegnere la passione, senza mai riuscirci. 6-

Amaro: l’effetto deprimente dell’amore, che ci fa abbandonare a vizi poco pregevoli come l’alcol. In questo caso il concetto viene ribaltato, dato che l’amaro diventa una scusa per rivedere una persona perduta per poter esorcizzare un po’ di nostalgia natalizia. 5.5

 

Alieno: il desiderio d’evasione, con la speranza che arrivino gli alieni per portarci via dai nostri patimenti emotivi. Sul finale viene concesso spazio a un assolo indie-rock, che dà un po’ di dinamicità a una ballad molto piatta. 5.5

 

Fuck you Vincenzo: forse il brano più carismatico del disco dal punto di vista sonoro. Lo storytelling è ambientato in una qualsiasi serata con la comitiva storica, in cui è presente l’amico inappropriato e imbarazzante a cui, però, vogliamo immensamente bene. 7-

Romantico ma muori: il primo singolo che ha anticipato il progetto. Un inno agli ultimi romantici, come se fossero una tribù. Vengono messi alla berlina tutti i gesti idealmente romantici che, per quanto emozionali possano essere, spesso ci lasciano con l’amaro in bocca. Il romanticismo è morto? Questo non si sa, ma sicuramente il futuro non è roseo. 6

 

Piccola volpe: con le linee melodiche che ricordano una filastrocca, la poesia è dedicata a una piccola volpe, che diventa allegoria della nostra anima gemella. Non si può pretendere di ingabbiarla come se fosse un canarino. È un tentativo di spiegare la tossicità dell’iper-protettività e dell’addomesticamento emotivo. 7

 

Nativi digitali: una delle tematiche che da molti anni caratterizza la band, in un brano elettronico dai suoni metallici che ben esprimono le ombre della modernità social. Lo storytelling racconta dell’automazione digitale che ci porta a morire in vita. Pigrizia, svogliatezza e incapacità nel socializzare sono tra le piaghe umane emerse in questa canzone. 6

Bottiglie vuote: uptempo indie-pop sul desiderio di una fuga amorosa da realizzare. Il brano esprime il desiderio di dare vita ai sogni rinchiusi nelle bottiglie vuote, che porta a liberare i nostri istinti d’evasione. 5.5

 

Migliore: seconda filastrocca, che assume le sembianze di una favola cantata. Il rapporto madre-figlio, stroncato prematuramente da una tragedia. Il desiderio di insegnargli più cose possibili nel breve tempo che le rimane, porta alla ninna-nanna finale rappresentata dalla morte. In quel momento la madre si dimostra fragile, diventando “mamma”. 10

 

Titoli di coda: un’ottima outro che ci insegna il valore della vita. L’importanza dell’imperfezione che ci fa tendere alla perfezione. L’insicurezza del futuro, espressa dal nero del cielo, dai rapporti difficili con gli affetti familiari, dalla fine degli amori, dal vento avverso che si oppone alla nostra voglia di emergere e, infine, da tutto ciò che rappresenta un ostacolo, diventano motivo per non arrendersi e per scrivere un’altra canzone prima dei titoli di coda. 9+

Scritto da: Davide Gazzola

Davide ”Koda” Gazzola è un giovane appassionato di musica e aspirante speaker. È un membro del team di Pillole di Musica Pop, anche se per definizione non si sente un “esperto”, ma semplicemente un “ossessionato” del Pop.

Scritto da: Davide Gazzola

Davide ”Koda” Gazzola è un giovane appassionato di musica e aspirante speaker. È un membro del team di Pillole di Musica Pop, anche se per definizione non si sente un “esperto”, ma semplicemente un “ossessionato” del Pop.

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Davide ”Koda” Gazzola è un giovane appassionato di musica e aspirante speaker.

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