Roberto Pezzini è un cantautore milanese, umbro d’adozione.
Il suo genere si muove nel cantautorato italiano moderno, portando con sé diverse sonorità ed influenze, e cercando l’ironia nella profondità e la leggerezza nella serietà.
Dal 2012 gira l’Italia per far conoscere la propria musica, suonando in vari locali, partecipando a diversi concorsi nazionali e ricevendo vari premi e riconoscimenti.
Il suo primo album dal titolo “Sostrano” (clicca qui per acquistarlo) è fuori da Marzo 2018 ed è disponibile in tutti i digital store, sulle piattaforme streaming e in copia fisica (su ordinazione). Il video del singolo che lo accompagna “Meglio le scimmie con le banane” è disponibile su YouTube.
Ma adesso conosciamolo meglio!
Roberto, ci spieghi chi sei e com’è nata la tua passione per la musica?
«Sono Roberto Pezzini, un cantautore originario di Vigano Certosino (Milano). Da 9 anni vivo in Umbria, in un casolare sulle colline di Gubbio.
La passione per la musica è venuta alla luce nel Novembre del 1992, quando ho scritto la mia prima canzone. Avevo quattordici anni, ero un ragazzino timido, malinconico, chiuso, pieno di insicurezze e di paure.
Ho cominciato a scrivere canzoni perché così potevo raccontare le cose che sentivo, e siccome ero nel periodo adolescenziale, erano principalmente tristi.
Poi le cose sono cambiate. Adesso le canzoni non sono più tutte tristi, ma io sto ancora nel periodo adolescenziale. Capita, no?»
Cosa ne pensi dell’attuale scena pop?
«La scena attuale pop? Non la seguo molto, anche se, a causa del bombardamento mediatico, è impossibile non sentire qualcosa.
Comunque preferisco l’attuale scena cantautorale.»
Quanto è stato difficile per te farti conoscere e apprezzare dal pubblico con le tue sole forze?
«Domanda interessante, ma da trasformare al presente.
La risposta è: tanto. Ma, come in ogni lavoro, bisogna impegnarsi per riuscirci.
Questa cosa che, nel mondo musicale odierno, sia più difficile emergere mi tange poco. Ogni percorso è costellato da difficoltà e, focalizzarsi sulle cose che non vanno, non aiuta a crescere.
Per me il caso non esiste. Io devo soltanto continuare a fare il mio, perseverare, realizzare, intessere, studiare. Poi arriverà l’occasione giusta al momento giusto, che mi aprirà le porte giuste. E, se non dovesse arrivare, vorrà dire che ho sbagliato qualcosa nel mio percorso.»
Il web ti ha aiutato in qualche modo?
«Per ora, oltre ai live, è la mia unica casa di risonanza.»
Hai alle spalle diverse esperienze musicali come i concorsi “Festival dell’Adriatico 2018”, “Concorso canoro nazionale Musica è 2018”, “Limatola Festival – Voci Emergenti 2016” e “Sottotoni 2015”: ci spiegheresti un po’ com’è andata e cosa ti hanno lasciato?
«Ho cominciato a fare concorsi perché volevo capire se le cose che scrivevo avevano di bello soltanto i titoli o se funzionavano anche come canzoni. Fortunatamente era giusta la seconda. Parlando seriamente, ricevere premi non mi ha fatto diventare famoso o superbo, ma mi ha aiutato ad avere più autostima e mi ha dato conferma che le mie canzoni sono di qualità.
Poi, ovviamente, ognuno ha i suoi gusti e possono non piacere. Ma lo accetto in maniera consapevole. Comunque, riguardo ai concorsi sopracitati, sono state belle esperienze che consiglio a tutti i cantautori.»
Quali sono i cantanti che hanno maggiormente influenzato il tuo percorso artistico?
«Nel mio disco mi sono fatto influenzare più dai generi che dagli artisti.
Si possono trovare degli assaggi di reggae, alcune punte di grunge, una spruzzata di rock e qualche etto di cantautorato. Tutto mescolato alla mia maniera. Per me è una figata, ma alcuni lo considerano un limite.»
Qualche mese fa è uscito “Sostrano”, il tuo album d’esordio: ci racconteresti com’è nato questo progetto discografico, perché hai scelto proprio questo titolo e che riscontro sta avendo?
«È nato dalla più elementare esigenza di ogni cantautore: fare un disco!
Come un pittore fa un quadro, uno scultore fa una scultura e un presidente americano fa una guerra. È una naturale conseguenza.
Poi ho avuto la fortuna di trovare delle persone molto brave con cui poter lavorare. E le canzoni sono proprio come volevo che venissero.
Perché ho scelto “Sostrano” come titolo? Perché all’interno dell’album c’è una canzone che si chiama proprio così e perché, ovviamente, mi rappresenta.
Il riscontro che sta avendo è lento. Nel senso che, per ora, sono da solo ad occuparmi di tutto e faccio quello che posso per promuoverlo.»
Ti definisci un ragazzo sopra le righe?
«No, tra le righe.»
Che rapporto hai con la dimensione live?
«Direi buono. Siamo ottimi amici.
Mi piace interagire con le persone che mi ascoltano. Intrattenerle, improvvisare. Tenere il palco non è una cosa che mi riesce male, anche se devo concentrarmi di più su altre. Alcune prettamente tecniche, altre più intime.
È sempre una ricerca di senso profondo, per me, un mio concerto.»
Quali sono le tue aspettative per il futuro?
«Le aspettative fottono.»
Che consiglio daresti ai giovani che, come te, vorrebbero intraprendere questo percorso?
«Un consiglio a chi vorrebbe intraprendere questo percorso? Domandarsi quale sia la cosa più importante di cui occuparsi nella propria vita. Trovare la risposta. E poi domandarselo ancora. E poi trovare la risposta. E poi domandarselo ancora. E quando ogni dubbio sarà fugato, cercare di organizzare la propria vita e le proprie scelte in relazione a quella risposta. Senza scuse, lamentele, alibi e con la sola certezza che il lavoro fatto bene, con dedizione e amore, prima o poi, paga. Poi mi devono chiamare e mi devono dire come si fa.»
In quali canali possiamo seguire Roberto Pezzini?
«Potete seguirmi sulla mia pagina Facebook e sul mio canale Youtube»
Rosaria Vecchio, creatrice di Pillole di Musica Pop, un piccolo spazio per gli amanti del pop, dove poter parlare di musica a 360°, senza particolari limiti o censure.
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