Kafka Sui Pattini è una band nata a Pompei nel 2014.
L’energia della musica, fin dagli esordi, si mescola con la volontà di far ballare e coinvolgere il pubblico, in un cocktail di indie rock e suoni freschi dal tasso alcolico elevato.
Nell’Aprile 2015 vincono il PompeiLab Music Contest. In autunno il brano “Shakespeare got drunk” viene selezionato per la compilation nazionale “La Fame Dischi” che raccoglie il meglio delle band emergenti del Belpaese. Nel Maggio 2016 e 2018 sono tra i finalisti dell’1MNext – contest per decretare la band che salirà sul palco del concertone del Primo Maggio – e vengono reputati tra le migliori realtà emergenti campane da numerose riviste del settore.
Nell’autunno del 2018 sono tra i concorrenti della 12° edizione di X-Factor Italia, ricevendo consensi di pubblico e giuria.
L’intensa attività live li vede condividere il palco con artisti del calibro di Nobraino, 99 Posse, Modena City Ramblers, Selton, Cosmo, EPO, La Maschera, Sabba e gli Incensurabili, Malatja, Gnut, The Shak & Speares, I Botanici e tanti altri.
Se volete conoscerli meglio, non vi resta che scoprire la nostra intervista. Ma ricordate: vietato chiedere le origini del loro nome d’arte!
Ciao ragazzi, ci potreste dire come ha avuto origine il progetto “Kafka Sui Pattini”?
«Ciao ragazzi, che grande piacere essere con voi!
Il progetto Kafka nasce ormai 5 anni fa, durante una notte di neve in quel di Pompei. Ci piaceva l’idea di uscire fuori da quella bolla enorme che era – e forse è ancora oggi – del cantautorato indie e napoletano che era estremamente predominante in Italia e a Napoli.»
Chi sono i componenti del gruppo?
«La formazione è cambiata più volte nel corso degli anni e, ad oggi, la band si presenta con Mark alla voce e al basso elettrico, Angelo (NgioLee) alle chitarre elettriche, Lorenzo (Lollo) alla batteria e Dario (DareYou) ai synth.»
Come si può definire il vostro genere musicale?
«Il nostro genere musicale è un cocktail dal tasso alcolico elevato, un mix di suoni freschi, indierock di stampo britannico, con la voglia di far ballare e divertire. Siamo come un Mojito!»
Quali sono le vostre fonti di ispirazione?
«Essendo quattro teste diverse con diverse influenze, nella nostra musica convergono tutte le nostre anime. Di sicuro c’è una forte componente di Arctic Monkeys, The Smiths, Kasabian, Foals e un altro centinaio, tra band e solisti, con i cui dischi trascorriamo le giornate e che, inevitabilmente, influenzano la fase creativa.»
Quali difficoltà avete dovuto affrontare per affermarvi e cosa consigliereste ad una band emergente in Italia per farsi notare da una casa discografica?
«La difficoltà più grande proviene dalla provincia, che di per sé è un limite abbastanza oppressivo. Non ci sentiamo in grado di dare veri e propri consigli, se non quello di lavorare duro al proprio progetto. Non riteniamo che una band debba farsi notare da alcuna casa discografica, o almeno crediamo non debba essere questo lo scopo: firmare un contratto può essere a volte più un danno che un vantaggio. Chi è forte suona di più e chi suona di più è sempre un passo più avanti!»
Qualche settimana fa è uscito “Londra”, il vostro nuovo singolo: qual è il concept del brano? E quali sono le vostre aspettative?
«In realtà non è propriamente uscito. Abbiamo presentato il brano il 3 Gennaio, al nostro primo live del 2020 in Piazza del Gesù a Napoli. Londra è una dichiarazione d’intenti e d’amore, un omaggio al mondo iconografico e musicale che abbiamo sempre amato. Dentro ci sono i Clash, lo Space Shuttle, Baselitz, Johnny Cash .
Il testo è provocatorio a tratti (“A testa in giù come lo Shuttle/ Come Benito/ Baselitz era matto”), ma serve anche a chiarire alcune cose per noi importanti (“Kafka Sui Pattini è un concetto/ Se vuoi capirlo metti piede ad un concerto”). Le nostre aspettative sono di farlo uscire presto, insieme agli altri brani in italiano che abbiamo finalizzato negli ultimi mesi.»
Londra è il vostro primo inedito italiano: cosa cambia dal punto di vista compositivo/metrico rispetto ad un brano straniero?
«Dal punto di vista compositivo nulla, continuiamo ad arrangiare come abbiamo sempre fatto. Dal punto di vista melodico e metrico, inizialmente, è stata tragica. Il suono della parola inglese, essendo più rotondo, con un accento più musicale, si adattava meglio. Col tempo però le cose sono venute da sole, siamo rimasti piacevolmente sorpresi e abbiamo scoperto nell’italiano una ventata di possibilità che prima non eravamo riusciti a cogliere. Insomma, ciò che è cominciato come un diffidente esperimento, ora è per noi un gioco che ci intriga un botto!»
Sappiamo, inoltre, che nel 2018 avete partecipato alla 12° edizione di X-Factor: che ricordi avete di quell’esperienza? Vi ha cambiato la vita?
«X-Factor è stata un’esperienza breve, ma intensa. Ci ha regalato una possibilità abbastanza unica: lavorare da professionisti, con professionisti. Se lo affronti tralasciando la dinamica “gara”, ma con la consapevolezza che è uno step del tuo percorso, allora impari tanto, apprezzi ogni momento dell’esperienza. Suonare al Forum di Assago ti cambia la vita!
I ricordi più belli sono quelli legati ai rapporti con gli altri concorrenti, con gran parte dei quali siamo ancora ottimi amici. Con alcuni in particolare stiamo pensando di organizzare qualcosa presto.»
Oggi che rapporto avete con il pubblico? E che tipo di pubblico è il vostro?
«Il nostro tipo di pubblico è quello che non viene ai concerti per riflettere, piangere, emozionarsi. Esattamente l’opposto. Ai nostri concerti invitiamo la gente a lasciare i problemi a casa e a ballare e divertirsi con noi. Viviamo la musica live come uno scambio costante di energia tra noi e il pubblico, di questo viviamo, di questo gioiamo, di questo ci ubriachiamo.
In generale, ai concerti come sui social, ci piace interagire, coinvolgere. Kafka Sui Pattini è una carovana, un circo, una festa, se non ti lecchi le dita godi solo a metà.»
Qualche novità in vista che magari vorreste condividere in anteprima con noi?
«In buona sostanza siamo in quella fase di pre-produzione, abbiamo abbastanza brani in italiano per un disco, ma stiamo valutando quali mettere dentro e quali lasciare fuori, quali registrare e quali testare dal vivo. Stiamo capendo se far uscire un disco oppure optare per una strategia diversa. Insomma, sarà questo 2020 a darci le risposte.
Per il resto tenetevi aggiornati sui nostri social per date e uscite!»
Rosaria Vecchio, creatrice di Pillole di Musica Pop, un piccolo spazio per gli amanti del pop, dove poter parlare di musica a 360°, senza particolari limiti o censure.
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