Artisti Emergenti

Intervista esclusiva a Luca Annoni per il nuovo singolo “Quello che vogliamo veramente”
Intervista Luca Annoni

Intervista esclusiva a Luca Annoni per il nuovo singolo “Quello che vogliamo veramente”

Dopo aver conosciuto Nervi (cliccate qui per rileggere l’intervista), oggi vi presentiamo Luca Annoni, in rotazione radiofonica con il nuovo singolo “Quello che vogliamo veramente”. Conoscetelo meglio nella nostra intervista!

 

Luca Annoni, cantautore musicista e produttore indie pop, con due tesi di laurea in Filosofia, numerosi viaggi e diversi strumenti studiati negli anni che lo rendono un artista eclettico, aperto alla sperimentazione e alla contaminazione.

 

Nel 2020 esce con il suo disco d’esordio “Per ogni linea di contorno”, un album perfetto per momenti di viaggio, solitudine e speranza, che riscuote interesse da numerosi addetti ai lavori. Negli anni seguenti prosegue il suo percorso artistico con i nuovi singoli “Riflessi”, “Exupery” e “Lontano dalla perfezione”, che continuano la linea tematica legata alla riflessione su di sé e alla costruzione di nuove prospettive. “Fammi sapere” apre, invece, una nuova strada sonora e propone un nuovo modo di raccontare esperienze personali.

 

Scrive partendo dalle sue esperienze di vita, ma con l’obiettivo di far viaggiare ogni ascoltatore nella propria singolare storia.

 

Negli anni suona su diversi palchi noti del Nord Italia, tra cui Arci Bellezza (Milano), Ostello Bello (Milano), Clamore Festival (Bergamo), e Bloom (Mezzago).

 

Quello che vogliamo veramente” è il suo nuovo singolo, disponibile su tutte le piattaforme di streaming digitale dal 22 Ottobre 2024.

Ciao Luca, presentati ai nostri lettori.

«Piacere, sono Luca Annoni, cantautore, polistrumentista e un po’ ipocondriaco.»

 

Quando e come hai conosciuto la musica?

«Ho iniziato da piccolo con la chitarra classica. Sono sempre stato affascinato dalla musica nei cartoni animati, dai musical che ogni tanto passavano in televisione e dalle canzoni che sentivo in casa o in radio.»

 

Quali sono i tuoi riferimenti artistici? E cosa ne pensi del panorama musicale odierno?

«La musica di molti artisti, sia italiani che internazionali, mi ha aiutato ad arrivare dove sono ora. Riesco ad entrare più in connessione con testi anche spigolosi, ma che entrano nel dettaglio degli argomenti. Parlo magari di Niccolò Fabi, Cesare Cremonini. Oppure, per andar fuori dall’Italia, Gregory Alan Isakov, Bon Iver.

Il panorama musicale odierno è meraviglioso, penso esista tutto quello che uno può voler ascoltare. Il problema è scegliere o trovare.»

Intervista Luca Annoni
Sappiamo che sei un cantautore ed un produttore, oltre che un Dottore in Filosofia: riesci a far convergere, in qualche modo, questi due mondi nella tua arte?

«Sicuramente sì. Quello filosofico è più un modo di stare al mondo e di guardarlo, e non ci si può fare molto. Se sei incline alla ricerca, all’esplorazione, alla curiosità – soprattutto per quelli che sono gli aspetti interiori del vivere di ogni giorno –, c’è una grande probabilità che ti porti dietro quel modo di esistere anche in quello che fai, in questo caso la musica.»

 

Di cosa non parleresti mai nei testi delle tue canzoni?

«Le canzoni sono spesso uno sfogo, un’esigenza. Ma anche una scelta. Se decidi di scrivere qualcosa è perché volevi farlo. Non ci sono limiti, né regole.»

 

Qualche settimana fa è uscito “Quello che vogliamo veramente”, il tuo nuovo singolo: come è nata l’idea della sua creazione e produzione? E che riscontro sta avendo col pubblico?

«Se una canzone arriva al momento della pubblicazione, di base è un successo. La condivisione con il mondo è il successo, se ci pensi.
“Quello che vogliamo veramente” è una domanda che avevo dentro, una domanda ossessiva; così ossessiva che la sto ritrovando sempre di più intorno a me, nelle vite delle persone che conosco. La domanda che si vuole porre è quanto è distante la vita che stiamo vivendo dalla vita che vorremmo. Quello che facciamo da quello che vorremmo fare veramente. Credo faccia bene chiederselo.»

Un brano che racconta un momento di rivelazione, ma anche di confusione, insoddisfazione e smarrimento. Un sentimento che sta diventando sempre più frequente e comune. Sei consapevole che nel tuo brano, probabilmente, si rispecchieranno tante persone?

«Credo che le persone si possano identificare nella musica (anche nella mia) indipendentemente dalla volontà dell’artista. È anche vero che con “Quello che vogliamo veramente” viene a galla una domanda e, quando qualcuno entra in contatto con una domanda, può capitare che poi, effettivamente, se la ponga. La ponga a sé stesso. Guardi la sua vita.

Quindi sì, sarei sicuramente contentissimo se questa canzone può aiutare qualcuno ad aprire gli occhi, ma soprattutto per il proprio benessere, per la propria serenità e soddisfazione personale.»

 

Ti sei mai sentito smarrito lungo il tuo percorso/estraniato dalla realtà che ti circondava?

«Certo, “QCVV” è una domanda che mi pongo tutti i giorni.»

 

Il senso di ossessione ed instabilità che si può vivere in un momento del genere lo si ritrova anche nel sound: la produzione intreccia elementi elettronici, beat, synth con sonorità tradizionali, come il pianoforte e la chitarra acustica. Presumiamo sia una scelta voluta e ben studiata…

«Sicuramente sì. Più che negli strumenti utilizzati, è in quello che fanno che compare quell’ossessività di cui parli. Il mix tra sonorità tradizionali e sonorità più contemporanee o elettroniche è più legata a un mio gusto o, comunque, a quello che mi sembrava giusto per questa canzone.»

Intervista Luca Annoni
Scrivi partendo dalle tue esperienze di vita, ma con l’obiettivo di far viaggiare ogni ascoltatore nella propria storia. Qual è la prossima meta del tuo/loro viaggio?

«Un disco, sicuramente.»

 

Quanto e come sei cambiato da “Per ogni linea di contorno”, il tuo album d’esordio?

«Sono cambiato enormemente da quando ho scritto il mio primo disco. Sempre di più sono riuscito ad acquisire anche uno sguardo che potremmo definire “da produttore”. Uno sguardo che vede le cose in modo più ampio, nel loro insieme, senza focalizzarsi o privilegiare un aspetto o uno strumento singolo. A meno che non sia proprio l’arte del brano a richiederlo. Da questo punto di vista sento di aver fatto tantissimi passi avanti. E il mio punto di arrivo attuale è proprio il nuovo singolo “Quello che vogliamo veramente”.»

 

Quali sono state le maggiori difficoltà incontrate finora? La ricerca di una etichetta, l’esserti fatto conoscere e apprezzare dal pubblico con le tue sole forze?

«Sicuramente esistere e andare avanti in una realtà così complessa e variegata come quella del panorama musicale contemporaneo, è una sfida molto faticosa. Spesso ti invita chiaramente a fermarti, a volte con gentilezza, a volte con violenza. Se non ti fermi è perché lo fai per altri motivi. Più personali. Passionali. E credo sia quello il modo giusto non solo di andare avanti, ma di cominciare proprio.»

 

Secondo te la musica emergente ha ancora futuro?

«È una realtà complessa e sempre più satura. Ma tantissimi nuovi artisti emergenti sono eccezionali. Quindi sì. Direi proprio di sì.»

Intervista Luca Annoni

Scritto da: Rosaria Vecchio

Rosaria Vecchio, creatrice di Pillole di Musica Pop, un piccolo spazio per gli amanti del pop, dove poter parlare di musica a 360°, senza particolari limiti o censure.

Scritto da: Rosaria Vecchio

Rosaria Vecchio, creatrice di Pillole di Musica Pop, un piccolo spazio per gli amanti del pop, dove poter parlare di musica a 360°, senza particolari limiti o censure.

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