Dopo aver conosciuto YaMatt, ex aspirante di Amici 18, oggi vi proponiamo l’intervista a Massimiliano Tufo, giovane cantautore calabrese.
Ciao Massimiliano, presentati ai nostri lettori.
«Mi chiamo Massimiliano Tufo, sono un cantautore calabrese di 21 anni e, da qualche anno, vivo a Roma per proseguire gli studi e coltivare questa grande passione che è la musica!»
Sei autodidatta o hai studiato musica?
«Da ragazzino ho studiato canto e chitarra ma, per qualche tempo, ho lasciato per dedicarmi ad altro, fino a quando non ho capito che esprimere ed esprimermi con la musica è un qualcosa di necessario per sentirmi bene. Per questo, da un anno, ho ricominciato a seguire lezioni di canto e, adesso, sto proseguendo gli studi da autodidatta nella parte strumentale.»
C’è qualcuno che, inizialmente, ti ha ostacolato o spinto verso questa passione?
«Beh, sì. Papà è un grande amante della musica e ha sempre desiderato ascoltarmi cantare. Ma, nonostante la spinta positiva della mia famiglia in questa direzione, cosa non ovvia, questo è un percorso che scegli da solo. Devi sentire dentro quella scintilla, quell’amore cosciente per quello che si sta facendo.»
Dove sta la magia in una canzone?
«Capita di scrivere una canzone anche senza saperne il motivo preciso.
La magia sta proprio nel rivivere, dopo tempo, quelle emozioni racchiuse in un testo o in una melodia. Riassaporandone il ricordo ed, allo stesso tempo, un nuovo inizio, perché la grande potenza della musica è proprio quella di saper suscitare sempre ogni tipo di emozioni.»
Di cosa non parleresti mai nei testi delle tue canzoni?
«Penso che non riuscirei mai a scrivere una canzone che tratti temi politici, di violenza e di tutte quelle brutalità a cui ogni giorno assistiamo. Non riesco a definirmi, quindi, un artista sociale.»
Parlaci di “Libero”, il tuo nuovo singolo.
«”Libero” è nata in un momento difficile per me, quando, dopo tempo passato con la famiglia, devi staccare e allontanarti da tutto per proseguire quella vita idealizzata di studio e lavoro.
Mi ha permesso di capire quanto fosse importante amarsi ed amare chi ti sta accanto.
Questo brano vuole essere quel fratello maggiore, quell’amico che ti sostiene e ti mantiene leggero, che ti ricorda quant’è bella questa vita e che va affrontata sempre con un sorriso e con quell’impeto di leggerezza che ti porta ad amare ed ad affrontare insieme gli ostacoli quotidiani.»
Quanto è importante la pubblicazione di un album in un’era in cui vengano premiati i singoli?
«Penso che l’album sia il libro di un artista, i singoli le singole pagine.
Quando si desidera conoscere davvero qualcosa, la si deve vivere in tutte le sfaccettature. Anche se ammetto che è difficile, oggigiorno, pensare di poter pubblicare un album e farlo ascoltare al grande pubblico perché si corre il rischio che, tra i brani che lo compongono, possano esserci più potenziali singoli di quanti poi ne escono.»
Che rapporto hai con il tuo pubblico? E che tipo di pubblico è il tuo?
«In realtà non ho un pubblico, ma posso dirvi che, quando mi esibisco, cerco di rendere sempre più intima l’atmosfera, in modo da raccogliere chi mi ascolta in un caldo abbraccio.
Spero, un giorno, di poter condividere me stesso con chi davvero vuole conoscermi.»
Essendo un artista emergente e non una leva dei talent, quanto è stato difficile farti conoscere e apprezzare dal pubblico con le tue sole forze?
«Il percorso musicale moderno è ricco di insidie ed ostacoli.
Se, da un lato, il talent è quel pass che ti permette di fare un gran salto di qualità in poco tempo, allo stesso modo seguire un percorso lento e graduale ti permette di conoscere la tua strada. Il che è importante per capire chi si è davvero e cosa si vuole da sé stessi.»
Cosa ne pensi dei social? Credi siano un’alternativa ai talent e una valida scorciatoia per ottenere visibilità?
«Al giorno d’oggi, i social sono il più grande mezzo di comunicazione. Sono utilissimi per promuoversi e far conoscere a quante più persone la propria esperienza musicale.
Non credo però siano paragonabili ai talent. »
Parteciperesti mai a un talent? E se sì, in quale?
«Credo che non riuscirei mai ad entrare in un talent, ma sinceramente lo proverei, perché ti da l’occasione di conoscere persone che hanno vissuto la musica per tanto tempo ed in modi diversi.»
Quali sono le tematiche che,attualmente, ti stanno più a cuore?
«“Le mie insicurezze”, il mio primo album, parlerà d’amore nelle sue più varie forme.
Penso che sia la cosa più naturale che ci rappresenti: si ama una ragazza, un fratello, un padre, un ideale. Credo che sia la forza a spingere e guidare le nostre scelte.»
Una canzone che ascolti particolarmente in questo periodo?
«Ascolto molte canzoni ultimamente.
Quelle che ho più a cuore sono due brani che hanno partecipato a Sanremo 2018.
“Così sbagliato” de Le Vibrazioni e il “Segreto del tempo” di Roberto Facchinetti e Riccardo Fogli: la prima perché ha consacrato il ritorno della mia band preferita sulla scena musicale, la seconda perché ricorda una persona molto importante per me.»
Dove pensi che andrà la tua musica in futuro?
«Spero sia un giorno compagna di vita di molte persone che, come me, credono nella bellezza delle emozioni.»
Come e quanto sei cambiato dall’inizio della tua carriera?
«Ho iniziato da poco, quindi non saprei definirlo con certezza. Ma noto già una certa differenza nei testi scritti ora, rispetto a quelli un po’ meno recenti. Forse perché, con il passare del tempo, sono cambiate molte cose ed ho vissuto nuove esperienze.»
Che consiglio daresti ai giovani che, come te,vorrebbero intraprendere questa strada?
«Per chi vuole iniziare questa strada, auguro di essere sempre se stessi, di sentirsi liberi, di esprimersi e credere molto nel proprio lavoro.
Ognuno di noi è diverso e speciale, ma sono proprio le cose che ci accomunano a renderci uniti ed a farci emozionare.
Ci vuole molto lavoro ma, allo stesso tempo, non perdere mai la coscienza di sé stessi!»
Rosaria Vecchio, creatrice di Pillole di Musica Pop, un piccolo spazio per gli amanti del pop, dove poter parlare di musica a 360°, senza particolari limiti o censure.
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