Dopo aver conosciuto Lacrima (cliccate qui per rileggere l’intervista), oggi torna sul nostro blog Marco Martinelli, in arte Mynd, in rotazione radiofonica con il nuovo singolo “Je t’aime”. Conoscetelo meglio nella nostra intervista!
Classe 2000, Marco Martinelli, in arte Mynd, ha un diploma di maturità linguistica italiano e uno di maturità francese, parla correttamente inglese, francese e spagnolo, oltre all’italiano. Sin da piccolo coltiva la passione per la scrittura e per la musica, scrive la sua prima canzone a 10 anni. Studia basi di chitarra e pianoforte da bambino per poi continuare a suonarli da solo.
“Maschere”, il suo primo brano ufficiale, vanta oltre 100mila streams su tutte le piattaforme con ascoltatori dalle maggiori città italiane e europee. Ad oggi collabora con il famoso produttore Ayden Lau, oltre aver ricevuto consensi da persone del calibro di Fausto Cogliati.
Il progetto di Mynd non è solo musica: nasce dall’esigenza di esprimere l’universalità dell’amore partendo dalla sua esperienza. Nel testo si percepisce, infatti, un bisogno sociale di sentirsi comune ad ognuno di noi e, anche se “non c’è amore per quelli come lui”, la speranza è quella di spogliarsi delle proprie paure e godersi il viaggio.
«Sono molto soddisfatto, sia per la storia raccontata che ha colpito molto persone, sia perché mi ha aperto le porte ad un nuovo panorama, quello del mercato musicale attuale. È un piccolo tassello che, mano a mano, formerà un gran percorso, e da quelle migliaia a cui è arrivata ho ricevuto solo commenti positivi.»
«A rilassarmi a dire il vero. È stata una bella estate per la musica italiana e nei mesi di Giugno e Luglio il mercato è saturo. Mi è servito per dedicarmi agli amici, alla famiglia e, soprattutto, per pianificare il mio ritorno.»
«Ho sentito i miei produttori che, quest’estate, hanno avuto dei tour importanti: so che sono andati bene, spero di raggiungerli nei prossimi mesi.»
«”Je t’aime” è un brano che dà continuità al progetto iniziato con “Amore e Odio”. Sta andando molto bene in termini di attirare l’attenzione e far capire al mercato italiano che sono pronto.»
«Negli anni credo di aver raggiunto una maturità emotiva che mi porta ad usare le mie esperienze personali per creare degli scenari e delle storie, traendo spunto dalle emozioni. Penso che la comunicazione sia un elemento fondamentale dell’essere umano, ed è bello sentire la libertà di poter esprimere le proprie emozioni attraverso la musica.»
«La nascita di questa canzone è stata totalmente casuale. Pensavo che mi mancasse nel repertorio un brano del genere: spesso mi capita di ideare melodie più fresche o che possano somigliare più a hit estive, così ho deciso di trasformarne una in canzone. Chi lavora con me ai brani ha sempre una mano importante, ho tante influenze vicine a questo genere. “Je t’aime” mi ha aperto le porte ad un tipo di musica più commerciale.»
«O, forse, fare un po’ finta che non sia finita (ride). È stata un’estate che mi è piaciuta molto musicalmente parlando, volevo farne parte con qualcosa di mio.»
«Chissà, sono pronto a vedere cosa ha in serbo per me questa fine dell’anno.»
«Nei miei testi parlo molto delle mie storie personali. Nel futuro vorrei parlare un po’ più di me e del mio lato interiore: ho tanto da raccontare di me stesso e ci sono lati che ancora non ho aperto a nessuno. Non escludo nessun genere e nessuna tematica: da parte ho brani al pianoforte cantati a squarciagola, come altri più trap da strada. Sono certo che, ognuno, troverà il suo posto nella mia carriera.»
«Sto lavorando a tanti nuovi brani. Ho un bel progetto con tante idee, adesso è il momento di lavorare con costanza e il resto verrà da sé.»
«Vi lascio con l’immagine di me bambino che passava le ore a sognare ad occhi aperti, con la testa tra le nuvole e a colorare fuori dai margini. Voglio essere l’esempio di un mondo in cui chi non molla i propri sogni, alla fine, li realizza.»
Rosaria Vecchio, creatrice di Pillole di Musica Pop, un piccolo spazio per gli amanti del pop, dove poter parlare di musica a 360°, senza particolari limiti o censure.
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