Dopo aver conosciuto MYND (cliccate qui per rileggere l’intervista), oggi vi presentiamo Pietro Falco, in rotazione radiofonica con il nuovo singolo “Valeriana”. Conoscetelo meglio nella nostra intervista!
Pietro Falco è un cantautore, chitarrista e polistrumentista italiano. Ha iniziato a suonare a due anni, grazie alla presenza di un pianoforte a coda in casa. Nel 1999, dopo aver visto il video di “Scar Tissue” dei Red Hot Chili Peppers, ha deciso di diventare chitarrista. Questa passione lo ha portato a esplorare vari generi musicali come rock, funk e blues, imparando anche a suonare altri
strumenti. Ispirato da un’intervista di Lenny Kravitz, Pietro ha iniziato a suonare la batteria, il basso e i synth, auto-producendo la sua musica.
Il suo primo progetto ufficiale nasce nel 2014 con la produzione del suo primo disco. L’anno successivo si classifica secondo al Festival di Castrocaro. Negli anni, il progetto evolve in un duo rock che si esibisce in tour a Londra, per poi concentrarsi sulla produzione e il turnismo. Nel 2022 Pietro riprende il suo percorso da solista, pubblicando quattro singoli con influenze funky, blues e rock, mantenendo una struttura pop.
Cresciuto con i cantautori italiani, Pietro sente una forte esigenza di raccontare storie attraverso la musica. Nell’estate del 2023, in Sicilia, compone il suo nuovo disco, finalizzato in autunno. Le sue influenze spaziano da George Clinton e i Funkadelic a Tash Sultana, Childish Gambino e Chet Faker. Il suo obiettivo è avvicinare il pubblico pop al funky e al blues. Dopo aver imparato anche a
suonare la tromba, “Valeriana” è il nuovo singolo di Pietro Falco, disponibile ovunque dal 25 Settembre.
«Ciao a voi! Sono Pietro, un musicista a cui piace raccontare e raccontarsi attraverso le canzoni.»
«Ho raccontato spesso la storia del pianoforte a coda che mi sono ritrovato a casa dei miei genitori, fortemente voluto da mio padre. Erano i primi anni 90, ero molto piccolo, mi ci mettevo su e cercavo di riprodurre la melodia delle canzoni che mi piacevano. In un certo senso mi piace immaginare che sia stata la musica a prendermi con sé. Alla fine ero un bambino come tanti a cui piacevano le macchinine e i Power Rangers.»
«Sono una persona molto curiosa e mi piacciono tanti generi diversi tra loro. In ognuno di questi c’è uno strumento che, inevitabilmente, è maggiormente protagonista rispetto agli altri. Amo il Rock ed il Blues, dove la chitarra è un po’ al centro di tutto, ma anche il Funk e la black music, dove vengo rapito dal groove e dalle linee di basso assurdo. Negli ultimi anni mi sono appassionato molto ai fiati e nelle mie produzioni li sto inserendo praticamente ovunque, anche esagerando. Ad oggi mi sento molto legato al basso, anche se le persone continuano a considerarmi un chitarrista.»
«Ho passato molti anni a lavorare per gli altri e lo faccio ancora, ma il mio progetto, che poi è la proiezione in musica di tutta la mia vita, mi consente di raccontare quello che sento, quello che vedo, e questa è un’esigenza che non sono mai riuscito a reprimere.
Ogni anno, ad Agosto, vado in Sicilia e mi ritrovo a guardare il mare, questa distesa infinita di sogni e misteri. Mi sento piccolo e scrivo tanto, mentre mangio e bevo senza vergogna, giusto per onorare quella splendida regione, ormai una seconda casa.»
«Uno dei miei primi dischi si chiama “Vita eclettica”. Scelsi questo titolo perchè riassumeva il modus vivendi di quel periodo e il fatto che mi piacessero tante cose diverse. Ancora oggi ascolto tantissima musica, di base funky e blues, per cui quando scrivo l’impronta è sempre quella. La chiave pop mi consente di rendere tutto più leggero, anche a livello lirico.»
«È nata mentre ero in macchina e cominciai a cantare il motivetto. Come sempre, per non dimenticarlo, ho registrato una nota vocale e, arrivato a casa, di sera avevo in mano l’80% della produzione. Michelangelo diceva che la scultura è già nella pietra, io penso sia lo stesso con le canzoni, bisogna solo raccoglierle quando arrivano a noi.
Ho giocato molto con l’elettronica e mi sono divertito a registrare il solo di chitarra con una serie di diavolerie che la fanno sembrare un synth.
Sembra che le persone abbiano apprezzato la musica, ma ancora di più il testo e di questo sono molto felice.»
«Esattamente. Queste sono le sensazioni che raccolgo ogni volta che parlo con qualche coetaneo che abita su questo pianeta nel 2024.
Io combatto ogni giorno contro la parte di me che è assalita da dubbi, paure, incertezze che mi tolgono il respiro e la felicità. Nonostante sia consapevole di quanto siamo passeggeri e di quanto bisognerebbe prendere le cose con più leggerezza, anch’io sono sopraffatto da tutto questo. Dico sempre che le canzoni, per me, sono una seduta di auto-terapia. Le scrivo per stare meglio e, se riuscissi a dare questo sollievo agli altri, seppure di tre minuti, mi sentirei “socialmente utile”.»
«Un tempo tutte discussioni che, oggi, leggo sui social, spesso inutili e violente, avvenivano per strada, in un bar, al mercato. Quando ci si confronta con una persona guardandola negli occhi, le cose sono molto più sincere, c’è quel filtro di buon senso che lo schermo di un telefono ha completamente eliminato. Io appartengo forse all’ultima generazione che si incontrava al bar per giocare al calcio balilla, progettando cose che non sarebbero mai successe, sognando un mondo diverso da quello che era, pensando ad iniziative che avrebbero potuto aiutare qualcuno meno fortunato, litigando per stabilire se fosse più forte Totti o Del Piero. Tutto questo accendeva un fuoco dentro di noi.
Oggi non percepisco questa fiamma. Quando ci si lamenta per le cose brutte che accadono in questo mondo c’è già quel tono di sconfitta che, onestamente, mi rattrista molto. Voglio essere positivo e sperare che, nei prossimi anni, si torni a parlare di persona e ad arrabbiarsi davvero quando le cose non ci piacciono.»
«Siamo il prodotto della generazione del benessere che ha seminato malessere. Volevano farci del bene, ma ci hanno caricato di sogni e aspettative che, per come funziona adesso il mondo, sono difficili da realizzare. È difficile stare bene quando dai tutto te stesso allo studio, credi in qualcosa e poi non ci arrivi, sicuramente non per colpa tua. Ho visto tanti amici cadere in mille pezzi, so di persone che hanno compiuto atti estremi, sopraffatti dal peso delle aspettative e dalla paura di deludere gli altri. Questa maledetta ansia sociale sta ammazzando un’intera generazione.
Bisogna ricordarsi che il più grande progetto della nostra vita siamo noi, che si nasce e si muore e in un attimo e bisogna impiegare bene questo frammento temporale. Ho sofferto di attacchi di panico per un paio di anni, convivo con l’ansia, anche se la nascondo bene. Mi conoscono come “quello presobbene”.»
«Non voglio sembrare banale, oppure il solito santone del web,
ma solo l’amore ci salva. Stare insieme, stare bene con qualcuno ti regala sensazioni che ti fanno sentire invulnerabile, almeno in quei momenti. Ecco perchè nel ritornello “Valeriana” diventa, di fatto, una dichiarazione d’amore.»
«In realtà non li conosco benissimo, tranne qualche hit. In ogni caso, la leggerezza è fondamentale per sopravvivere e, come dicevo prima, il pop consente agli artisti di dire in modo semplice cose più complicate, per questo mi piace tanto.»
«Partendo dalla persona che vediamo nello specchio. Cambiare un atteggiamento o qualsiasi cosa di noi stessi, che ci porti a stare male, sarebbe la più grande rivoluzione possibile. Non è semplice, ma si può fare.»
«Ci sarà sicuramente il disco a cui ho lavorato nell’ultimo anno, un mix di generi e pensieri che “Disagio” e “Valeriana” riassumono abbastanza bene, ma non del tutto.»
«Allora…Negli ultimi tempi qualcuno mi chiama “DISAGIO-MAN”!
A parte gli scherzi, spero di arrivare in modo sincero a tutti, come persona e come musicista.»
Rosaria Vecchio, creatrice di Pillole di Musica Pop, un piccolo spazio per gli amanti del pop, dove poter parlare di musica a 360°, senza particolari limiti o censure.
Rosaria Vecchio, creatrice di Pillole di Musica Pop, un piccolo spazio per gli amanti del pop, dove poter parlare di musica a 360°, senza particolari limiti o censure.
Rosaria Vecchio, creatrice di Pillole di Musica Pop, un piccolo spazio per gli amanti del pop, dove poter parlare di musica a 360°, senza particolari limiti o censure.
© 2024 Pillole di Musica Pop.
Designed by CriLab.Design