Voci Storiche

Mia Martini, il ricordo della dolce Mimì
Mia Martini

Mia Martini, il ricordo della dolce Mimì

Molti dei suoi brani hanno toccato le corde del cuore con il suo inconfondibile timbro. I suoi testi, caratterizzati da una  poetica unica, spesso legata alla spiritualità e agli elementi naturali, sono entrati di diritto nei libri di storia di musica leggera. Non pienamente capita per gran parte della sua vita, oggi è punto di riferimento per tutti gli interpreti della canzone. Oggi vogliamo celebrare il ricordo di Mia Martini.
 
“Sarà dolore o è sempre cielo, fin dove vedo.”
Domenica Rita Adriana Bertè,  in arte Mia Martini o Mimì, nasce a Bagnara Calabra nel 1947.  La madre, grande appassionata di fisarmonica, sarà fondamentale per Loredana e Mimì nello sviluppo della loro passione musicale. Il padre, invece, figura oscura e contrastante, avrebbe preferito per loro un altro tipo di carriera. 
 
Cresciuta a Porto Recanati in una grande tradizione musicale, convince la madre a portarla a Milano per cercare un’audizione. Viene provinata da Carlo Alberto Rossi, che la propone come “ragazza yéyé” al Festival di Pesaro con “Ombrello blu” e, successivamente, al Festival di Bellaria con “Come puoi farlo tu“, ottenendo poi successo con il pezzo “Il magone“.
Nel 1965 si esibisce a Studio Uno con “Ed ora che abbiamo litigato“.
Dopo aver firmato per la Durium, floppano i suoi 45 giri “Non sarà tardi/Quattro settimane“, tanto che l’artista decide di trasferirsi a Roma, formando un trio con la sorella e Renato Zero e lavorando per i sindacati dei cantanti. Sconta 4 mesi di carcere per essere stata colta in flagrante con delle bustine di droga, messe appositamente nella sua borsa. 
 
Nel 1971 sarà Alberigo Crocetta  a scoprire Mia Martini, facendola conoscere al grande pubblico con questo nome. “Mia”  deriva dal nome dell’attrice preferita dell’artista, Mia Farrow e “Martini” dal noto brand di alcolici, che al tempo era la terza parola italiana più famosa nel mondo. Il look si fa più zingaresco e, rinnovata l’immagine, esce col suo primo pezzo “Padre davvero” da molti considerato scandalistico perché analizzava il rapporto contrastante con il padre. 
Censurata dalle radio, vincerà il Festival di musica d’avanguardia e “Nuove tendenze” di Viareggio. Seguirà l’album “Oltre la collina“, concept album sui disagi adolescenziali, e catturerà l’attenzione di Lucio Battisti nel suo show televisivo “Tutti insieme“.
 
Avrebbe dovuto partecipare al Festival di Sanremo 1972 con il brano “Credo“, che, però, non verrà selezionato. Quando Alberigo Crocetta lascia Rca per andare alla Ricordi, lei lo seguirà, pubblicando come prima canzone “Piccolo uomo“, ottenendo il disco d’oro e la vittoria al Festivalbar. Partecipa con “Donna sola” alla Mostra internazionale di musica leggera a Venezia, ritirando l’anno successivo il premio “Gondola d’oro” per il pezzo. Nel 1973 vince per la seconda volta consecutiva (record riuscito in precedenza solo da Lucio Battisti) il Festivalbar con “Minuetto” scritta da Franco Califano, che le varrà un disco di platino. Ritorna al Festival di Venezia con l’intero album “Il giorno dopo“, che conterrà pezzi come “La malattia” (sulla tossicodipendenza) e la poetica “Dove il cielo va a finire“. 
A fine 1973 diventa la cantante più influente dell’annata, insieme a Patty Pravo e Ornella Vanoni. I suoi successi vengono suonati all’estero, soprattutto in Francia. Nel 1974 riceve il disco d’oro per aver raggiunto il milione di copie vendute per i suoi primi 3 album. Nel 1975 riceve il Premio della Critica Europea a Palma De Maiorca per “Nevicate” e viene proclamata dal sondaggio “Vota la voce” di Tv Sorrisi e Canzoni come la miglior voce femminile dell’anno. In autunno è tra i protagonisti de “La Compagnia della canzone“, i cui impegni le causeranno malumori con la Ricordi, che la vorrà sempre più isolata dagli artisti di altre case discografiche e più concentrata nelle promozioni dei dischi, intervenendo anche nelle scelte delle canzoni. 
 
Dopo la mancata partecipazione a Sanremo col brano “L’amore è il mio orizzonte“, questi malumori la porteranno ad accettare il contratto con Rca. Pubblica il nuovo album “Che vuoi che sia se t’ho aspettato tanto“,  che verrà tolto dal mercato  per un breve periodo a causa dell’intervento legale della Ricordi, a cui si aggiungerà una pesante penale e il risarcimento di guadagni del disco.
 
Mia si esibirà su palchi importanti come il Festivalbar, la Mostra di musica leggera di Venezia, La Bussola di Viareggio e lo Sporting Club di Montecarlo.
 
Durante il concerto televisivo tenuto in Francia, verrà notata da Charles Aznavour, che la porterà in tour con lui. Sarebbe dovuto seguire anche un album e dei live in Inghilterra che, per problematiche con Rca, non si farà mai. Nel 1977 partecipa all’Eurovision Song Festival con “Libera“. Pubblica “Per amarti“, titolo del singolo e del successivo album, in cui collabora per la prima volta con Ivano Fossati, dando inizio al sodalizio artistico e amoroso. Con “Ritratto di donna” partecipa al Festival mondiale della canzone di Tokyo, conquistando il premio per la “MOST OUTSTANDING PERFORMANCE“.
Nel 1978 debutta con Aznavour all’Olympia di Parigi e sarà l’ultimo atto della loro collaborazione a causa dei problemi precedentemente citati. Proprio per questo Mia Martini decide di passare a Warner Bros Records, unica casa disposta a pagarle i debiti con Rca. Il singolo “Vola” anticipa l’album scritto con Fossati “Danza“, in cui troviamo il pezzo storico “La costruzione di un amore“. Iniziano malumori anche con Ivano Fossati, dettati da problematiche artistiche, ma anche amorose. Mia Martini parlerà di invidia e darà a lui le cause del mancato sodalizio fra lei e Pino Daniele. Dopo un anno di pausa a causa di un problema alle corde vocali, nel 1981 inizia a scrivere canzoni con l’album prodotto da DDDMimì“.
 
Dopo la fine della storia con Fossati, i risultati scarseggiano anche a causa dell’ostruzione dei media, che la dipingono sempre di più come una figura fuori dagli schemi e costruendole addosso l’immagine di artista “Porta jella”, collegando a lei una serie di eventi sfortunati.
 
La sua rivincita la ottiene con la storica partecipazione al Festival di Sanremo con “E non finisce mica il cielo” nel 1982, vincendo il premio della critica.  Ma l’ostracismo dei media e i rapporti interpersonali con Loredana Bertè e Ivano Fossati la porteranno ad abbandonare la scena.
Il grande ritorno di Mia Martini viene architettato dal discografico Gianni Sanjust, facendole firmare un contratto per Fonit Cetra. Grazie a Renato Zero come direttore artistico di Sanremo, Mia partecipa con un brano mai uscito ripescato dal 1978 “Almeno tu nell’universo“, ottenendo il Premio della Critica a Sanremo del 1989. Successo bissato nel 1990 con “La nevicata del 56“, ottenendo nuovamente lo stesso premio. Il suo album post Sanremo 89 “Mia Martini” diventa disco d’oro e vengono estratti alcuni pezzi storici come “Notturno” e “Donna“, presentato al Festivalbar. Ottiene la Targa Tenco come miglior artista femminile dell’anno. Firma per la Polygram e nel 1991 pubblica la raccolta “Mi basta solo che sia un amore“, nel quale troviamo il singolo “Scrupoli“. Altro grande successo è il duetto con Murolo in “Cu’mmè“. Nel 1992 sempre a Sanremo si classifica al secondo posto con “Gli uomini non cambiano“, dovendo arrendersi solo a Luca Barbarossa con “Portami a ballare“. L’album che ne segue, “Lacrime“, ottiene il disco d’oro e partecipa nuovamente all’Eurovision con il brano “Rapsodia” a cui segue l’album “Rapsodia- il meglio di Mia Martini“.
 
Si avvicina alla sorella, cantando insieme al Festival di Sanremo 93 “Stiamo come stiamo“, non ottenendo peró l’agognato successo. Stesso discorso vale per il bis con Murolo nel singolo “Vieneme“.  Dopo il rifiuto al Festival del 1994 per “E la vita racconta” (di cui nemmeno Mia era convinta), passa a RTI MUSIC, con i quali pubblica un album di interpretazioni “La musica che gira intorno“.
Con molti progetti in mente (come un un album di interpretazioni delle canzoni di Pino Daniele), un concept album sulla luna e un duetto con Mina, Mia Martini (da anni alle prese con un fibroma all’utero, che la portava a prendere tanti antidolorifici) muore nel 1995, nell’appartamento in via Liguria a Cardano Al Campo. Molte ombre sono legate alla sua morte, fra chi crede nel suicidio e chi, invece, ha dei dubbi sulla figura del padre, a cui si era ravvicinata. La stessa sorella Leda dirà che era stato il padre l’ultima persona a vedere Mia prima della sua morte, e che sul suo corpo son stati trovati segni di lotta. 
 
A lei ora è dedicato il premio della critica di Sanremo ed è considerata l’interprete più importante della storia della musica italiana. Per lei hanno scritto, tra gli altri: Biagio Antonacci, Claudio Baglioni, Lucio Battisti, Riccardo Cocciante, Fabrizio De Andrè, Califano, Francesco De Gregori, Bruno Lauzi, Paolo Conte, Ivano Fossati,Mango,Mogol,Stefano Rosso, Umberto Tozzi, Enrico Ruggeri e Antonello Venditti.
 
Molti dei suoi brani hanno toccato le corde del cuore con il suo inconfondibile timbro. I suoi testi caratterizzati da una  poetica unica, spesso legata alla spiritualità e agli elementi naturali, sono entrati di diritto nei libri di storia di musica leggera. Non pienamente capita per gran parte della sua vita, oggi è punto di riferimento per tutti gli interpreti della canzone.
 
Pillole di Musica Pop, Mia Martini version
Da ascoltare di notte in un roof garden: Almeno tu nell’universo/E non finisce mica il cielo
 
Da ascoltare dopo una tempesta: La nevicata del 56/Notturno
 
Da ascoltare mentre litighi con l’ex: Ossessioni/Gli uomini non cambiano
 
Da ascoltare nei vicoli di Spaccanapoli: Cumm’è (con Murolo e Gragnaniello)/Va’ a marechiaro
 

Da ascoltare mentre dipingi: La costruzione di un amore/Picnic

Mia Martini, dove ascoltarla?

Purtroppo la sua voce si è spenta per sempre, ma per omaggiare la sua carriera si puó cercare di partecipare al concorso a lei dedicato “Una voce per mimì, premio Mia Martini“, oltre a seguire l’associazione “Minuetto Mimì Sarà“.

Scritto da: Davide Gazzola

Davide ”Letargo” Gazzola è un giovane appassionato di musica e aspirante speaker. È un membro del team di Pillole di Musica Pop, anche se per definizione non si sente un “esperto”, ma semplicemente un “ossessionato” del Pop.

Scritto da: Davide Gazzola

Davide ”Letargo” Gazzola è un giovane appassionato di musica e aspirante speaker. È un membro del team di Pillole di Musica Pop, anche se per definizione non si sente un “esperto”, ma semplicemente un “ossessionato” del Pop.

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Davide ”Letargo” Gazzola è un giovane appassionato di musica e aspirante speaker.

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