Oggi ce la prendiamo con comodo, dopo una visita ai nonni che ci hanno sfamato con dei pizzoccheri buonissimi, partiamo alla volta della Torneria Tortona dove va in scena il panel “Di chi è il Festival di Sanremo?“, in cui si analizza l’aspetto politico e giuridico della Kermesse.
Con gli interventi di Sergio Cerruti (Presidente AFI) e Silvia Cossu (Avvocato).
Da quando è nato, il Festival ha sempre avuto un’ombra di polemica per quanto riguarda il funzionamento e la sua meritocrazia. Si inizia proprio da questo: come dovrebbe essere il Festival di Sanremo (la sua norma) e come invece è. L’AFI (Associazione discografici italiani) e il Festival sono nati nello stesso periodo, convivendo e discutendo sopra questi argomenti.
Nel 2018 Sergio Cerruti viene eletto presidente dell’AFI, indagando sui possibili margini di miglioramento del Festival. Nel 2019 finisce a Striscia La Notizia perchè, per la prima volta, rompe le fila del sistema, criticando un cambio di regolamento repentino che ha tagliato fuori 2500 ragazzi il 25 Agosto (quando gran parte dei progetti erano pronti), abbassando il limite dei partecipanti della sezione giovani da 35 a 30 anni.
Sergio Cerruti chiede semplicemente il rinvio ad un anno, ma nulla può perchè anche lui risulta impotente alla riunione operativa, dandogli solo il ruolo di esprimere la sua opinione perchè gli organizzatori, affermano, possono fare come vogliono, appoggiati dal regolamento dei giovani. L’obiettivo principale del suo impegno, a quel punto, era tutelare i ragazzi attraverso un rimborso spese valido, che per i big è 55 mila euro, mentre per i giovani è di soli 3000 euro. Per questo motivo si rivolge agli uffici legali, per avere la convenzione del 2023 (su cui si poggiava il regolamento di quell’anno), per leggerla e conoscerla, sborsando circa 40 mila euro.
Ma, ironia della sorte, il famoso foglio che legittima tutti i comportamenti e i regolamenti Rai sul Festival risulta senza via, senza sede, senza nome, senza premesse, con omissioni sulle parti commerciali e con ben 36 pagine in bianco.
L’avvocato Silvia Cossu interviene proprio in merito di questo. Tecnicamente il vero padrone del Festival come manifestazione non è la Rai, ma l’industria musicale e la collettività. Mentre per quanto riguarda il marchio il comune di Sanremo. Sostanzialmente il Festival si fonda su consuetudini e decisioni non regolate.
Per il 2024 la convenzione non c’era fino a 2 giorni fa, quindi tutto ciò che è stato fatto in preparazione (annunci, scelte delle canzoni, sponsor) è fuori norma. Ora che è stata pubblicata, c’è il formato PDF che, però, non si può aprire e per AFI leggerla significherebbe spendere altri 40 mila euro.
Analizzando poi l’attuale regolamento, si scopre che, per poter partecipare al Festival di Sanremo, la casa discografica si deve impegnare a partecipare a trasmissioni Rai che nulla hanno a che vedere con il Festival o con la musica.
Sostanzialmente l’artista e la casa discografica non vengono remunerati con rimborso spesa, ma la Rai può utilizzare a scopo di lucro la loro immagine senza un documento che lo giustifichi.
Anche per quanto riguarda i sorteggi nei giovani, le uscite dei cantanti e gli accoppiamenti nelle varie serate vengono fatte scelte a priori non governate dalla casualità di un’estrazione.
Il regolamento in sostanza esiste, spiega Cerruti, ma ha dei buchi normativi enormi. Dal 2018 AFI ha questo obiettivo infatti, togliere le voragini bianche su cui si fonda il Festival.
Rimasti positivamente colpiti dalla bravura comunicativa e dall’onestà intellettuale dei 2 ospiti, usciamo con l’altro lato della medaglia di un evento di costume come il Festival. Dalla televisione passiamo alla radio, per seguire “Radio, musica e nuovi pubblici“, con protagonista il mondo RTL 102.5.
Con gli interventi di Federica Gentile (Direttore Radio Zeta e Speaker Rtl 102.5), Luigi Santarelli (Giornalista e Speaker RTL 102.5 e Radio Zeta), Cecilia Songini (Speaker RTL 102.5 e Radiofreccia), Max Adinolfi (Addetto programmazione musicale di RTL 102.5) e con la moderazione di Nur Al Habash (Direttrice artistica Milano Music Week).
Si inizia sottolineando la capacità del blocco più famoso del mondo radiofonico di adattarsi ai cambiamenti e alle necessità del passare del tempo. Difatti RTL, nella sua genesi, è stata la prima ad unificare le reti di tutta Italia sotto un unico marchio e, successivamente, è stata la prima ad avere avuto l’intuizione della radiovisione. Nel 1991 è stata la prima radio privata ad avere una redazione.
Nel corso del tempo si è sviluppata, cercando di soddisfare diversi target, grazie al mondo Rock di Radio Freccia e al mondo giovane di Radio Zeta.
RTL è composta da 12 giornalisti e questo permette al marchio di esserci sempre, ad ogni evento di portata nazionale, come organizzatrice o come sponsor. È stata la prima radio ad avere una postazione nella Camera dei Deputati, rendendo così la disponibilità di informazione politica immediata.
Ci viene dato un esempio, prendendo il caso della morte di Berlusconi. RTL (con solo la fonte e dei cellulari) ha fornito la stessa identica informazione, con la stessa qualità dei contenuti e con la stessa tempestività dei maggiori quotidiani e media televisivi.
Passando a parlare di Radio Freccia ci sottolineano la tendenza della radio a essere fuori dal coro. Si distingue nel blocco, non solo per la selezione rock, ma anche per la sua libertà. Gli speaker sono autori dei propri programmi e possono intervenire nella scelta del flusso musicale. Mentre Radio Zeta è unica per il linguaggio e le tematiche fresche, legate al mondo dei social.
Si chiude parlando di programmazione musicale, il cui scopo è quello di non uscire mai dai target editoriali.
Dopo aver strappato una foto a Federica Gentile ed essere entrati nel mondo della televisione e della radio, siamo pronti ad immergerci in quello delle discografie, guardando al futuro nel panel “Le nuove prospettive della discografia in Italia“.
Con gli interventi di Alessandro Massara (Presidente Universal Music Italia), Pico Cibelli (Presidente Warner Music Italia), Lino Prencipe (Director Digital and Business Development, Sony Music Italy), Dino Stewart (Managing Director, BMG), Luca Daher (Managing Director Believe Italy) e con la moderazione di Francesco Prisco (Ilsole24ore).
Si inizia con i bilanci dell’anno che si sta chiudendo, con un 14% di crescita per il 2023, permettendo all’industria musicale italiana di essere in crescita per 9 anni consecutivi. Con l’affermazione totale dell’urban, di cui abbiamo alcuni esempi, come il grande successo negli streaming, il San Siro di Sfera Ebbasta e il Marraggeddon. Ma anche con l’affermazione della storia, come il grande entusiasmo per l’album dei Rolling Stones, “Now and Then” dei Beatles o rimanendo in Italia con il disco di Guccini. Ma anche nel pop e nel rock, Sony interviene con l’esempio dei Maneskin, ponendo l’accento su come non sia stato scontato e facile per la casa discografica (sezione Italia), partecipare alla produzione del loro nuovo album, visto il successo globale.
Universal sottolinea, invece, il grande risultato etico ottenuto col disco di Guccini, certificato platino solo grazie al formato fisico. Segno della loro attenzione sicuramente ai risultati, ma anche ad una linea editoriale a tutela della personalità e della coerenza degli artisti.
Si accenna anche ai nuovi parametri FIMI per le classifiche, in cui rientreranno anche i dati di Youtube e i formati fisici (con una classifica a parte a loro dedicata).
Warner entra nel merito dello scout degli hitmaker (è la casa discografica che, per prima, ha capito le nuove tendenze del pop, dal raeggeton al pop ibridato con l’urban), spiegando come oltre ai talent scout anche gli editori hanno un valore importantissimo. Son loro a creare il connubio tra gli artisti e gli autori per la creazione di grandi canzoni. Molto spesso la riconoscibilità di un artista, spiega il Ceo Warner, è data non solo dalla sua voce, ma dal suo collegamento a grandi canzoni che ha cantato.
Con BMG, invece, si parla di cataloghi. BMG per costruire un repertorio ha iniziato a comprare cataloghi. Ad oggi, è un’azienda conscia sia del fascino del fisico, ma anche dell’avvento prepotente dello streaming. Ci viene fornito l’esempio degli Articolo 31, tornati in auge con Sanremo. BMG ha fatto una grande operazione di catalogo sui loro pezzi storici che, in vista del tour, ha avuto un grandissimo successo. Cercando di trovare anche eventi come gli 80 anni dei compianti Lucio Battisti e Lucio Dalla, per i quali hanno creato cataloghi in loro onore. O, ancora, partecipando e sponsorizzando film- documentari su grandi figure del passato, come è stato di recente per il film di Lucio Dalla.
Ricordando, però, anche che il catalogo più importante è quello degli ultimi 10 anni, dove un ragazzino può scoprire “Insta lova” uscito 7 anni fa (tornato in classifica grazie al Marraggeddon), ridando a quel pezzo una vita anche per le generazioni che ai tempi erano troppo piccole.
Fra battute ironiche sull’ I.A, differenze editoriali fra Major e sguardi al futuro dell’industria musicale si chiude il nostro terzo panel.
Ci prendiamo una breve pausa, per mangiare uno yogurt e siamo pronti ad assistere al vero evento di giornata, “Il Sanremo che verrà“, in cui Amadeus presenterà qualche anticipazione sul Festival del 2024.
Con gli interventi di Amadeus (Direttore artistico Sanremo), Tommaso Sacchi (Assessore alla cultura di Milano), Nur Al Habash (Direttrice Artistica Milano Music Week), Enzo Mazza (Ceo FIMI), Mario Limongelli (Presidente PMI), Federica Lentini (Vicedirettore Rai 1) e con la moderazione di Marta Cagnola (Radio24).
Amadeus inizia spiegando che Domenica 3 Dicembre annuncerà i nomi dei partecipanti del prossimo Festival di Sanremo.
La prima notizia riguarda “PrimaFestival” che sarà condotto da Paola e Chiara e avrà come inviati Mattia Stanga e Daniele Cabras.
Parlando invece della novità sulla “Giuria delle radio“, il direttore della Kermesse spiega che prevederà oltre 100 radio (la maggior parte nazionali, ma ci saranno anche piccole realtà legate ai loro ascolti territorio per territorio).
In merito al polverone di questi giorni riguardo alla possibilità di censurare le canzoni dei trapper, l’ex disc-jockey richiama ad un senso di responsabilità generale nelle istituzioni e nell’educazione familiare. Questo poi, aggiunge, va sicuramente riportato nella musica, ma non può essere considerata la causa del periodo che stiamo vivendo. Il rap e la trap sono generi rispettabili, tanto quanto il pop, e son stati spesso portatori di sana protesta.
In merito alla possibilità di avere ospiti internazionali o superospiti italiani, Amadeus prosegue con la linea avuta negli anni precedenti: i veri protagonisti devono essere i concorrenti in gara. Se ci dovessero essere ospiti internazionali, ne vorrà al massimo 2.
Per quanto riguarda Marco Mengoni annunciato come vice-conduttore della prima serata, avrà anche un momento musicale in cui canterà il successo “Due vite” e un medley.
Domenica 26, invece, verranno comunicati i 4 finalisti di Area Sanremo.
Declinando la possibilità di poter fare solo il direttore artistico o musicale nei prossimi Festival e ringraziando Pippo Baudo, come consigliere e punto di riferimento per i suoi primi Festival, Amadeus ci saluta pronto a farci vivere un altro Sanremo festoso, in grado di unire pezzi attuali alla storia del nostro panorama musicale.
Cercandolo invano tra i corridoi di Torneria Tortona, soddisfatti delle novità che anticipano l’evento di costume per eccellenza, torniamo a casa pronti a gustarci un’ottima pizza e a rilassarci in vista di un Weekend di fuoco.
Buona Music Week!
Davide ” Letargo” Gazzola è un giovane appassionato di musica e aspirante speaker. È un membro del team di Pillole di Musica Pop, anche se per definizione non si sente un “esperto”, ma semplicemente un “ossessionato” del Pop.
Davide ” Letargo” Gazzola è un giovane appassionato di musica e aspirante speaker. È un membro del team di Pillole di Musica Pop, anche se per definizione non si sente un “esperto”, ma semplicemente un “ossessionato” del Pop.
Davide ” Letargo” Gazzola è un giovane appassionato di musica e aspirante speaker.
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