Dopo aver conosciuto le LaNobileA (cliccate qui per rileggere l’intervista), oggi vi presentiamo le Ragazze Punk, in rotazione radiofonica con il nuovo singolo “LUV U”. Con loro abbiamo parlato dell’attuale panorama musicale italiano, degli esordi, della recente esperienza a X-Factor, ma anche del loro rapporto con Paolo Meneguzzi. Conoscetele meglio nella nostra intervista!
Le Ragazze Punk sono una girl band multietnica, composta da quattro giovanissime ragazze: Lisa, Sofia, Christel e Naike. Le ragazze si sono ritrovate nella stessa classe di una scuola artistica e hanno deciso di formare una band.
Il primo brano che hanno scritto si chiama “RagazzePunk”, che non è mai stato pubblicato e che parlava di ragazze che sono in giro a divertirsi in maniera libera e sbarazzina. Così hanno deciso che il nome di quella “folle energia” poteva essere adatto a loro. Pur non essendo punk, a loro piace il nome e il concetto che sta dietro alla parola e lo legano alla libertà di vivere ed esprimersi.
«Ciao a tutti, noi siamo le Ragazze Punk! Siamo un gruppo di 4 ragazze adolescenti, che frequentando la stessa scuola di musica (la PopMusicSchool) sono diventate amiche e che un giorno, incoraggiate anche dai loro professori, hanno deciso di formare una band. Grazie a questo progetto abbiamo avuto la fortuna, già alla nostra giovane età, di poter fare molte esperienze nell’ambito musicale, tra cui XFactor. Per ora abbiamo pubblicato due canzoni: “Stella di Hollywood” e il nostro nuovo singolo “LUV U”.»
«La prima canzone che abbiamo scritto si intitolava “Ragazze Punk” e, siccome quel nome ci incuriosiva molto, abbiamo deciso di utilizzarlo anche per la band, nonostante il nostro genere musicale non sia il punk. Per quanto riguarda l’averla abbandonata in un cassetto, abbiamo deciso di non pubblicarla perché non ci sembrava il momento giusto, ma chissà… magari più avanti la sentirete.»
«Decisamente no. Siamo andate ad XFactor pur essendo consapevoli di essere ancora molto acerbe: il gruppo si era formato da poco e, probabilmente, non eravamo pronte, ma abbiamo deciso di sfruttare l’opportunità che ci era stata presentata. Nonostante il risultato negativo alle Auditions, questa esperienza ci ha permesso di farci conoscere e, soprattutto, di far arrivare la nostra musica ad un pubblico piuttosto ampio.»
«Il suo supporto per noi è importantissimo e con lui abbiamo un rapporto bellissimo. È proprio grazie a Pablo, al nostro insegnante, coreografo e manager Mauro Marchese, e al nostro produttore Luca Mattioni che questo progetto e questa nostra idea di formare una band ha potuto trasformarsi in realtà. Saremo sempre grate a loro per aver visto in noi un potenziale e, di conseguenza, per aver creduto e credere tuttora in noi. Siamo incredibilmente fortunate ad avere accanto dei professionisti come loro che, oltre ad insegnarci la tecnica, condividono con noi le loro esperienze in questo mondo, dandoci ogni giorno consigli preziosi. Quindi oltre al rapporto lavorativo, si è creato un rapporto quasi familiare, sappiamo che possiamo contare su tutti loro sia dal punto di vista artistico, che personale.»
«Con il nostro nuovo singolo LUV U ci siamo avvicinate a sonorità tipiche del K-Pop, che nel nostro caso, non cantando in coreano, si potrebbe chiamare I-Pop (Italian Pop), S-Pop (Swiss Pop) o E-Pop (European Pop). Abbiamo deciso di utilizzare questo sound perché è più moderno e vicino al genere di musica che noi e la nostra generazione ascoltiamo ogni giorno.»
«Il nome del gruppo è ed è sempre stato solo un nome, non ha mai determinato il nostro stile musicale. L’abbiamo scelto perché il termine punk evoca una sensazione di libertà, nel nostro caso di sperimentare con la nostra musica e non attenerci sempre ad un unico genere o sound.»
«Per noi è davvero importante essere una band completamente al femminile soprattutto perché sappiamo che in Italia è un fenomeno raro. Siamo grate di poter portare avanti l’orgoglio femminile attraverso la nostra musica.
Essere comparate agli One Direction? Semplicemente un onore.»
«Sicuramente in Italia purtroppo c’è questa situazione di disparità musicale molto evidente. Il sogno sarebbe sempre quello di abbattere anche questo taboo con la nostra musica. Siamo molto ispirate dagli Stati Uniti dove invece, per esempio, Taylor Swift grazie alla sua musica è diventata letteralmente la donna più potente d’America. Quindi ci piacerebbe imbatterci anche in brani in altre lingue e portare la nostra musica a livello internazionale.»
«Il brano racconta di un amore tossico, vissuto in prima persona da Sofia (una delle RagazzePunk), una relazione dalla quale è difficile uscire nonostante si sia consapevoli che la persona che dice di amarti in realtà è quella che ti fa soffrire. Siamo davvero contente del riscontro che il singolo sta avendo e speriamo che sempre più persone vogliano ascoltarla e recepire il messaggio che vuole trasmettere.»
«Sì, soprattutto con LUV U abbiamo scelto un sound più moderno, proprio per avvicinarci alla nostra generazione.»
«Pensiamo che, al giorno d’oggi, i social siano davvero importantissimi anche per gli artisti. Ci permettono, infatti, di raggiungere un pubblico molto ampio in tempo record, e di avere un feedback quasi in tempo reale sulle nostre canzoni e video da parte delle persone che ci seguono.»
«Come ogni cosa, i social hanno pro e contro. Bisogna abituarsi alla possibilità di ricevere commenti di qualunque tipo, sia positivi che negativi; a volte può diventare difficile, ma l’importante è ricordarsi che la maggior parte delle persone online non conoscono davvero come siamo noi. Alcuni commenti, quindi, sono fini a sé stessi e non ci devono toccare. Mentre le critiche costruttive fanno sempre crescere.»
«Noi continuiamo sempre a scrivere e a creare nuova musica, che speriamo di potervi far sentire presto. Inoltre, stiamo lavorando ad un progetto che combina la musica con la recitazione, ossia una serie televisiva della quale saremo le protagoniste.»
Rosaria Vecchio, creatrice di Pillole di Musica Pop, un piccolo spazio per gli amanti del pop, dove poter parlare di musica a 360°, senza particolari limiti o censure.
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