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“Scintille” a Taormina: recensione del concerto di Gazzelle

“Scintille” a Taormina: recensione del concerto di Gazzelle

Negli ultimi anni abbiamo assistito alla nascita di così tanti artisti, che ciascuno di essi ha saputo ritagliarsi uno spazio sul mercato ed una riconoscibilità non indifferenti, grazie anche ad un’impronta stilistica ben definita. Tra questi spicca sicuramente Flavio Pardini, in arte Gazzelle, discente della vecchia scuola cantautorale, ma con un sound più fresco e moderno. Noi ne abbiamo avuto prova proprio ieri sera, Domenica 24 Luglio, con il concerto che si è svolto nell’incantevole cornice del Teatro Antico di Taormina, ultima tappa di una tournée estiva all’insegna della vita e della ripartenza.

 

È una piacevole serata di Luglio e ci troviamo seduti tra le ultime fila della cavea.


Quella a cui assistiamo è una fotografia che conserveremo a lungo nel nostro cuore: non solo uno scenario romantico, dovuto all’attività eruttiva dell’Etna che si affaccia e abbraccia la costa, ma un bagno di folla pronta ad assistere al debutto del giovane cantautore romano in quello che può essere definito il tempio della musica siciliano, un luogo che ha ospitato diversi artisti, anche di calibro internazionale.

Ma questa sera è la volta di Gazzelle e non importa quanti anni di carriera abbia alle spalle.
Andare ad un suo concerto è come assistere a quello di un cantautore pop vecchio stampo: vedrete sfoggiare fasce coloratissime, sbandierare striscioni con dediche e sentire cori provenire da ogni dove, che si intensificano sempre di più all’avvicinarsi dello show, che comincerà alle 21:30.

 

Un’esplosione di suoni e colori avvolge il pubblico di Taormina, che, d’ora in poi, non starà mai più seduto. Si inizia con la malinconica “Meglio così”.

 

Fin dalle prime note capiamo come Flavio non assuma un atteggiamento da “star”, ma instauri un rapporto diretto e spontaneo con i fan. È un ragazzo come loro e lo si evince anche dall’outfit casual con cui si presenta (jeans e maglietta bianca). Sul palco si mostra timido e taciturno: ama perdersi nella folla (che raggiungerà nel bis), sa interagirci e vuole ringraziarla al termine di ogni canzone, quasi fosse un dovere. Ma il suo modo adorabilmente impacciato diventa un marchio di fabbrica. Come lo diventeranno la semplicità della sua scrittura e l’attenzione per i sentimenti.

La prima parte della scaletta è un miscuglio ben assortito di successi, come l’introspettiva “Sbatti, la languida “Lacri-ma” o la triste “Ora che ti guardo bene”. Ciascun brano viene cantato a squarciagola con una naturalezza a volte inspiegabile. Ma il segreto di Flavio sta proprio nella sua capacità di condividere tematiche a tutti noi comuni, sommata ad una bella energia e ad un repertorio all’altezza di un tour estivo.

 

Non conoscevo Taormina, per me è la prima volta che visito questo posto. E’ bello essere qui stasera, dopo due anni di merda. Due anni di merda che mi hanno tolto la possibilità di dare un senso alle mie cazzo di giornate vuote. Ma, adesso, non voglio più pensare a quel periodo lì. Divertiamoci!

 

La serata trova grande complicità nel pubblico, che non si è mai risparmiato nel cantare ogni singolo pezzo e che, invece, si è lasciato avvolgere in un piacevole abbraccio.
Si passa da atmosfere più intime come “Coprimi le spalle”, brano accompagnato da baci romantici, sguardi intensi e abbracci complici, ad altre più sostenute e profonde, come “Scusa”, momento in cui scappano anche delle lacrime da parte di chi, magari, è ancora reduce da un vecchio amore mai dimenticato.

 

E ho rovinato tutto un’altra volta, e sei sparita via con la tua roba.
Pezzi di cuore a terra, pezzi di porta, sono un disastro, ok, chi se ne importa.

Ma la spensieratezza fa capolino qualche minuto dopo.

 

“Regà, adesso dovete fare un po’ di caciara!”  dice Flavio.

 

È il momento di ricaricarsi con i tormentoni “Vita paranoia”“Settembre” e “Una canzone che non so”.

 

Quello che è andato in scena è uno spettacolo piacevole e corale. Ventisei canzoni a ritmo sostenuto, senza tempi morti o cambio d’abito, ma solo con qualche sigaretta e un paio di gin tonic.
I protagonisti della serata restano, indubbiamente, la musica e Gazzelle, che funziona proprio per la sua genuinità e spontaneità, nonostante non possiamo ancora definito “animale da palcoscenico”.
Anche il palco rispecchia, in qualche modo, la semplicità di Flavio: viene completamente sgombrato da quelle strutture imponenti che possiamo trovare, invece, ad un palazzetto.

Un concerto semplice, alla portata di tutti, con brani sovrapponibili e melodie dirette, che arrivano dritte nell’anima e che affondano dentro come lame ben appuntite.

 

LA SCALETTA

Meglio così
Non c’è niente
Però
Sbatti
Blu
Lacri-ma
Ora che ti guardo bene
Nmrpm
7
Smpp
Polynesia
Sopra
Fottuta canzone
GBTR
Scusa
Nero
Vita paranoia
Settembre
Una canzone che non so
Punk
Tutta la vita
Scintille
Zucchero filato
Quella te
Destri
Non sei tu

 

Si ringrazia Gazzelle e l’ufficio stampa HELP – PR & MEDIA RELATIONS per la gentile concessione.

Scritto da: Rosaria Vecchio

Rosaria Vecchio, creatrice di Pillole di Musica Pop, un piccolo spazio per gli amanti del pop, dove poter parlare di musica a 360°, senza particolari limiti o censure.

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